Salvini: “Vuoi licenziare in Italia e riaprire all’estero? Paghi il 50% di tasse in più”
Matteo Salvini sembra avere le idee chiare, ma le misure che sta proponendo nel corso di questa campagna elettorale non sono contestate solo dagli avversari politici, ma anche e soprattutto dal maggior alleato di coalizione, Silvio Berlusconi. Intervistato questo pomeriggio da Giovanni Minoli su Rai Tre, il leader della Lega ha nuovamente proposto l'introduzione dei dazi a difesa del made in Italy, una misura protezionistica che Berlusconi recentemente ha aspramente criticato: "Dazi a protezione del made in Italy pur di difendere i lavoratori e gli imprenditori italiani, sul modello di quanto deciso da Trump per le importazioni di alcuni prodotti cinesi. Se vuoi licenziare in Italia, produrre sottocosto all’estero e rivendere in Italia, allora paghi il 50% di tasse in più”, ha spiegato Salvini. A questa proposta ha risposto su Twitter anche il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, il quale ha bollato quella di Salvini come "la proposta più fessa e irrealizzabile. Tre anni a Bruxelles a 20mila euro al mese in Commissione Commercio e non sa che i dazi li può mettere solo la Ue e che l’Italia ha un surplus commerciale superiore a 50 miliardi mentre gli Usa un deficit di 500. L'obiettivo è distruggere il Made in Italy".
Nel corso dell'intervista, Salvini ha inoltre affermato che l’Ungheria di Orban è un modello perché il leader dell’ultradestra che la guida “difende i confini, difende le banche, difende la moneta e blocca l’immigrazione. Se devo scegliere un paese ben governato scelgo quello”. Non solo l'Ungheria, Salvini loda anche gli Stati Uniti a guida Trump: "Averne di Trump, sta mantenendo tutto quello che aveva promesso in campagna elettorale". Per quanto riguarda la diatriba relativa al rispetto del tetto del 3% del rapporto deficit/pil, Salvini ha dichiarato: "Ha portato in Italia fame e povertà e se vado al governo ho il dovere di tutelare la mia gente superando questo vincolo”.
Riguardo la flat tax, Salvini è favorevole alla sua introduzione ma evidenzia che la soglia scelta da Berlusconi sarebbe troppo alta: “Al 23% lasci fuori la metà degli italiani e così aiuti solo i ceti medio alti. Al 15% abbatti l’evasione e aiuti tutti. Nell’arco del quinquennio l’obiettivo è arrivare al 15%. Ha funzionato in tutto il mondo ovunque è stata applicata: dalla Russia all’Ungheria agli Stati Uniti”. Anche per quanto riguarda l'obbligo vaccinale, Salvini ha dichiarato di essere intenzionato ad abolirlo una volta al governo, specificando che non vi è necessità di fare 10 vaccini a dei neonati e che "non tutti questi vaccini servono e non tutti sono stati adeguatamente testati".
Infine, Salvini ha dichiarato che Bossi sarà candidato alle prossime elezioni: "Bossi c'è, Maroni ha fatto un grande lavoro e continuerà a darci una mano. Altri hanno scelto la poltrona rispetto la comunità, liberi di farlo. Bossi è candidato a Varese".