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Salvini spacca di nuovo il governo Meloni, questa volta sul nucleare

Solo ieri i ministri dell’Ambiente e delle Imprese, Pichetto e Urso (di Forza Italia e FdI) avevano rilanciato la questione del nucleare, annunciando l’interesse nell’azienda Newcleo. Oggi Matteo Salvini ha preso posizione contro: “C’è un trust pubblico, non capisco perché mettere centinaia di milioni di euro in aziende private”.
A cura di Luca Pons
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Un'altra rottura nel governo Meloni. E ancora una volta a distanziarsi dagli alleati è la Lega di Matteo Salvini. In questo caso però non si parla del riarmo europeo, o della linea in politica estera, o delle priorità sul fisco, o della riforma della cittadinanza – tutti temi su cui il Carroccio si è scontrato con Forza Italia o con FdI – ma di energia nucleare. Argomento su cui la Lega ha spinto molto in passato, e su cui ora il governo è tornato a concentrarsi. Ma appena è arrivato il primo annuncio concreto, Salvini non ha perso occasione per prendere le distanze.

L'idea di FI e FdI: comprare azioni della società privata Newcleo

Si parla dell'annuncio fatto ieri da Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, e Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy. Esponenti rispettivamente di Forza Italia e di Fratelli d'Italia. Dopo un confronto tra i due, è arrivata una nota in cui si parlava di "piena convergenza sull’interesse strategico del governo affinché l’Italia partecipi attivamente alla realizzazione di tecnologie innovative nel settore" atomico. In particolare, con una "attenzione ai progetti promossi da Newcleo, realtà italiana leader nella progettazione di reattori di terza generazione avanzata e quarta generazione".

Newcleo è un'azienda privata, fondata nel 2021 dal ricercatore e imprenditore Stefano Buono, la manager Elisabeth Rizzotto e lo scienziato Luciano Cinotti. Ha sede a Parigi, ma il capitale è a grande maggioranza italiano, molte delle sue strutture sono in Italia e così anche più di un terzo dei suoi dipendenti. Si tratta di una società che punta sula costruzione di reattori nucleari modulari, da mettere in commercio entro il 2033, e ha già un accordo per venderne quattro alla Slovacchia.

Nella giornata di ieri sono poi emersi maggiori dettagli, fatti arrivare da fonti di governo alle agenzie di stampa. Si parlerebbe di un investimento del governo italiano da circa 200 milioni di euro, per acquistare il 10% di Newcleo (finora nessun azionista arriva a questa soglia, dunque il governo italiano diventerebbe un attore di peso nelle decisioni della società). Il ministro urso ha ammesso che "su indirizzo di Palazzo Chigi", quindi della stessa Giorgia Meloni, "stiamo lavorando a supportare le imprese italiane che hanno brevetti e tecnologie per consentire al nostro Paese di realizzare i reattori nucleari di nuova generazione".

Il passo indietro, poi l'attacco di Salvini: "Ci sono già aziende pubbliche nel settore"

Ieri era arrivato un primo passo indietro, con una nota dei ministri mirata a smentire che la decisione su Newcleo sia presa: "La modalità per sostenere lo sviluppo della filiera nucleare innovativa non è stata ancora individuata tra le varie ipotesi in campo", aveva specificato il governo. Oggi poi la Lega ha pubblicamente preso posizione contro.

Prima il Carroccio si è mosso con una nota in cui affermava che "il governo sta valutando con la dovuta attenzione questo tema di grande rilevanza strategica", ma si sottolineava che per la Lega bisogna "valorizzare le competenze già in possesso dello Stato". Poi Matteo Salvini si è mosso in prima persona, posizionando il suo partito.

Durante una conferenza stampa a Torino, stimolato dai cronisti presenti – ma nemmeno troppo, dato che la domanda riguardava un altro argomento e il Salvini ha deciso di inserire una parentesi sul nucleare – il vicepremier ha iniziato dicendo che sul tema "non c'è nessuna polemica nel centrodestra" e che è "un assoluto convinto sostenitore del ritorno dell'Italia nel dossier nucleare". Ma poi ha proseguito chiarendo il suo vero intento.

"Leggevo di ipotetici afflussi di denaro pubblico in aziende private: c'è un trust pubblico con Ansaldo, Eni, Enel e Leonardo, non capisco perché dovremmo mettere centinaia di milioni di euro di investimento in società private quando ci sono società pubbliche o partecipate che possono tornare nel dossier nucleare". Parole chiarissime per bocciare l'iniziativa di Pichetto e Urso. "Questo è un governo che va fino al 2027, si metta l'anima in pace chiunque", ma "La Lega ha le sue idee di sviluppo industriale. Dal mio punto di vista se c'è un soggetto pubblico operante io intervento con il soggetto pubblico".

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