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Guerra in Ucraina

Salvini segue la linea di Trump e Putin: “Con la Russia torneremo a commerciare dopo la guerra”

Il vicepremier Matteo Salvini ha ammesso che la guerra in Ucraina “è stata scatenata dai russi”, ma ha detto che la Russia deve “tornare a essere un interlocutore commerciale” dopo il conflitto. Sulla possibile fine della guerra ha dato i meriti a Trump: “Se riuscisse a portare al tavolo Putin e Zelensky, meriterebbe il Nobel per la Pace”.
A cura di Luca Pons
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"Spero che a guerra finita la Russia possa tornare a essere un interlocutore commerciale, industriale, sportivo e culturale". Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini, aprendo a una ‘normalizzazione' dei rapporti tra il governo Meloni e il Paese di Vladimir Putin quando il conflitto in Ucraina sarà finito. Pochi giorni fa lo aveva fatto anche il ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin, parlando dell'intenzione di tornare ad acquistare gas russo. Oggi Salvini ha allargato la questione ai rapporti commerciali e non solo.

Nel corso di un'intervista al Tg3 Linea notte, che andrà in onda questa sera, il leader della Lega ha ribadito la sua linea a sostegno di Donald Trump e della ricerca della pace in Ucraina a qualunque condizione – quindi anche accogliendo tutte le richieste della Russia, come sembra intenzionato a fare il presidente degli Stati Uniti. "Ovviamente noi siamo alleati delle potenze occidentali, del mondo libero", ha detto Salvini. Che poi ha anche sostenuto il partito di estrema destra tedesco AfD e rilanciato sui temi cari al suo partito: le regionali in Veneto e la rottamazione delle cartelle fiscali.

"In Ucraina Trump vuole la pace"

Nelle ultime settimane, Donald Trump ha imposto una virata alle trattative per la fine della guerra in Ucraina: ha messo alle strette il presidente ucraino Zelensky, definito un "dittatore", e spinto per un accordo che favorisca economicamente gli Usa, dimostrandosi pronto in tutti gli altri campi ad accettare le rivendicazioni russe.

Trump ha anche affermato che l'Ucraina ha iniziato la guerra, e Salvini non si è spinto fino a questo punto: "Io sto dalla parte dell'oggettività. È chiaro che la guerra è stata scatenata dai russi che hanno invaso dei territori", ha ammesso.

Ma il vicepremier ha sposato il resto della linea trumpiana, che finora ha fatto sembrare la fine della guerra più vicina a condizioni decisamente svantaggiose per l'Ucraina e anche per l'Europa. Salvini ha aperto le porte al commercio con la Russia e non solo: "Quello che io prendo di assolutamente positivo di Trump è la voglia di pace", ha detto, rilanciando quello che per lui è ormai un vero e proprio tormentone: "Se riuscisse a portare al tavolo Putin e Zelensky, meriterebbe il Nobel per la Pace".

Germania: "AfD? Poco o niente di estremo, niente inciuci Cdu-Socialisti"

Nell'intervista Salvini ha dedicato alcune battute anche alle elezioni in Germania. Qui il partito di estrema destra AfD ha preso circa il 20% dei voti ma con tutta probabilità non andrà al governo, viste le dure proteste popolari che avevano accompagnato nelle scorse settimane un primo accordo tra l'AfD e il partito di centrodestra Cdu-Csu (risultato vittorioso alle elezioni).

Insomma, per l'estrema destra – a meno di sorprese – sembra che si avvicini un periodo in cui sarà all'opposizione, forse insieme a Verdi e Linke (la sinistra). Salvini non ha mai nascosto il suo sostegno per AfD, e nonostante il partito abbia aperte simpatie neonaziste il leader della Lega ha detto: "Di estremo io vedo poco e niente".

Poi, sulla formazione del prossimo governo, ha aggiunto: "Spero che il voto popolare non venga sovvertito con un inciucio fra Popolari e Socialisti". In realtà, naturalmente, non sarebbe così: Cdu e AfD insieme insieme avrebbero un numero sufficiente di seggi per governare, ma lo stesso vale per Cdu e Socialdemocratici, quindi in nessuno dei due casi il voto popolare sarebbe "sovvertito".

Veneto: "Troveremo una soluzione, senza imporre scelta da Roma"

Salvini ha commentato le prossime regionali in Veneto, su cui il centrodestra affronterà dure tensioni interne per scegliere il candidato (come sta già avvenendo in Toscana). "L'importante è che non si metta in discussione il buon governo del Veneto", ha detto il vicepremier, che nelle ultime settimane sembra aver abbandonato l'idea di ottenere un terzo mandato per il presidente Zaia, ma vorrebbe un altro leghista alla guida della Regione: "Sono convinto che il centrodestra troverà la soluzione migliore senza imporre da Roma a Venezia una scelta che la gente non capirebbe".

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