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Salvini: “Renzi va mandato a casa. Chi ne ha le palle piene blocchi l’Italia con noi”

In una intervista ad Affaritaliani il leader della Lega Nord rilancia la mobilitazione di novembre e attacca i 5 Stelle: “Sono dei chiacchieroni. L’abbiamo visto sull’immigrazione”.
A cura di Redazione
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Qualche giorno fa il leader della Lega Nord Matteo Salvini aveva annunciato una grande mobilitazione per i giorni 6-7-8 novembre. L’obiettivo sarà quello di “bloccare l’Italia” (proposito che ha fatto storcere il naso a quanti hanno ricordato l’analogo slogan del “movimento dei forconi”), in modo da mandare un chiaro segnale al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ora il leader leghista precisa meglio la sua strategia, affidandosi al microfono di Alberto Maggi su Affaritaliani, cui rilascia una articolata intervista.

“Questo Renzi ha stancato tutti, almeno a parole. Daremo agli italiani la possibilità di dimostrarlo nei fatti”, attacca Salvini, ribadendo che si tratta di cose che “chiedono gli stessi italiani” e spiegando: “Succederà che chiederemo a milioni di italiani che hanno le palle piene di questo governo, di queste tasse e di questa immigrazione di dare un segno, di fare qualcosa e anche di non fare qualcosa […] Le Cinque Giornate di Milano cominciarono così. Per dire di no all'ennesima tassa imposta dal regime i milanesi smisero di giocare al Lotto e smisero di fumare”. Una mobilitazione intorno alla quale Salvini intende costruire un ampio consenso, tanto è vero che proporrà allo stesso Silvio Berlusconi di partecipare: "Renzi deve essere mandato a casa a tutti i costi".

Non manca un affondo nei confronti del Movimento 5 Stelle: “Sono dei chiacchieroni. L'abbiamo visto sull'immigrazione. A parole chiacchierano, chiacchierano, chiacchierano… ma poi quando si tratta di votare votano con il Pd e a favore dell'invasione. Mi spiace, però noi certamente cerchiamo di coinvolgere tanti cittadini. Non ci sono i parlamentari del M5S? Chissenefrega”.

E sugli interventi dei vescovi in materia di immigrazione ribadisce: “Ce l'ho con due o tre vescovi che dovrebbero andare in giro con la bandiera rossa, invece che mettere la tonaca. Ma sono pochissimi per fortuna”.

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