Salvini querela Saviano su carta intestata del Viminale: “Svilisce ruolo ministero dell’Interno”
L’aveva già annunciata negli scorsi giorni, aveva garantito che la risposta che avrebbe dato a Roberto Saviano sarebbe stata una querela. E così è stato: il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha messo il documento nero su bianco, depositandolo a sua firma. Ma non solo, perché il titolare del Viminale ha deciso di procedere con la querela “in quanto ministro dell’Interno”. Una querela depositata oggi e riportata integralmente dall’Huffington Post. E che viene fatta a nome dell'istituzione che rappresenta, più che della singola persona offesa. La querela – come si legge nel documento – viene presentata per il “post apparso su Facebook in data 12/06/2018”. E sin dall’inizio si rende chiara l’intenzione di Salvini di querelare “nella qualità di ministero dell’Interno”.
Salvini spiega nel documento che il post di Saviano “contiene affermazioni che coinvolgono l’attività dell’amministrazione e del ministro assolutamente non rispondenti al vero”. “Il post – si legge ancora – adombra l’ipotesi che il ministro ponga in essere la propria attività istituzionale al di fuori delle regole e degli schemi di buon andamento e di raggiungimento degli interessi cui l’amministrazione dell’Interno stessa è deputata, piegandoli a fini meramente politico personale”. Proprio in questo “contesto viene adombrata l’ipotesi – da parte di Saviano – che gli venga tolta la scorta quale motivo di ritorsione politica e che ciò costituisca una minaccia da parte di chi viene definito ‘ministro della Malavita’ che userebbe ‘parole da mafioso’”.
Nella querela si fa riferimento anche al post del 22 giugno in cui Saviano definisce nuovamente Salvini “ministro della Malavita”. “Si genera così la convinzione che il ministro dell’Interno anziché combattere la malavita organizzata, scenda a scellerati accordi con la criminalità organizzata stessa”, si legge ancora nel documento facendo riferimento ad altre parole pronunciate dallo scrittore in un’intervista. “Definire malavitoso il soggetto posto all’apice dell’amministrazione che più di ogni altra ha il compito di combattere le organizzazioni criminali e affermare che detta amministrazione scende a patti con la criminalità organizzata, svilisce il ruolo e la funzione dell’amministrazione medesima, mortificando l’azione quotidiana di tutti i suoi appartenenti”.