Salvini: “Porte aperte a elettori M5S, il nuovo patto con Pd è tradimento. Movimento verso la fine”
Matteo Salvini si scaglia ancora contro il Movimento Cinque Stelle. Tornando a commentare l'incontro dello scorso 23 novembre tra il fondatore del Movimento, Beppe Grillo, e il capo politico, Luigi Di Maio, conclusosi con l'ipotesi di avanzare la proposta di un nuovo contratto di governo con il Partito democratico, il leader della Lega, in un'intervista con il Corriere della Sera, afferma: "È l’ultimo tradimento, quello fatale, del popolo grillino. Quello che voleva il cambiamento ed ora si ritrova stretto in un abbraccio mortale con il simbolo dei poteri forti, il Pd. Il Movimento mi pare sulla via dell’esaurimento. Queste scelte sono contro la sua storia".
Alla domanda se il Carroccio sia pronto ad accogliere il popolo pentastellato in uscita, l'ex ministro dell'Interno risponde: "Le nostre porte sono aperte ma ne parlerò solo a cose fatte". Salvini non è sorpreso della posizione di Grillo, in difesa di Di Maio, sotto attacco dopo la votazione di Roussseau sulle prossime regionali, in cui gli iscritti alla piattaforma hanno sconfessato la linea del ministro degli Esteri sulla scelta di prendersi una pausa di riflessione elettorale e non partecipare in Emilia Romagna e Calabria: "Sono alla disperazione. E peraltro, Grillo era già intervenuto, facendo valere la sua volontà, in estate quando si trattò di dare vita al governo Conte II. Evidentemente, mi viene da dire, l’ex comico deve difendere i suoi interessi. E magari stringendosi al Pd pensa di riuscire a portare Romano Prodi al Quirinale. Ma non è questo che mi preoccupa di Grillo".
Salvini si dice piuttosto preoccupato dagli incontri dell'ex comico con l'ambasciatore cinese, così come dai frequenti viaggi di Di Maio in Cina. "E per contro, stanno zitti sulla situazione di Hong Kong. Non vorrei che stessero cambiando la collocazione internazionale dell’Italia. Mentre rompono le scatole a me per la Russia questi tengono rapporti con una dittatura che ha fame di conquista e vocazione imperialista".
Le elezioni in Emilia Romagna
Ma il leader leghista non si ferma troppo sulle polemiche con il Movimento Cinque Stelle e mantiene gli occhi fissi sulle prossime elezioni in Emilia Romagna: "Girando per le piazze avverto un’aria positiva. A Rimini ho incontrato i rappresentanti delle categorie produttive. All’unanimità mi hanno detto che vogliono cambiare". E sottolinea che mancano solo 64 giorni al giorno del voto il prossimo 26 gennaio, una data che ha definito come Festa della libertà. "Lo è per chi è stato per 50 anni sotto lo stesso partito. Il 26 gennaio gli emiliano romagnoli potranno finalmente sentirsi liberi. E a noi toccherà rimboccarci le maniche per non deluderli".
E commenta la nascita, proprio in Emilia Romagna, del movimento delle Sardine, che si è presto espanso nelle piazze di tutta Italia per protestare contro il leader della Lega: "L'unica cosa che mi lascia perplesso è che scendano in piazza contro l’opposizione. In tutto il mondo si protesta contro chi governa. Io so solo che vado in piazza a presentare le mie proposte sul fisco, sull’agricoltura, sull’industria. Loro, nella piazza accanto, pensano solo a protestare. Mah". Salvini afferma anche che è disponibile a incontrare i manifestanti, a patto che dall'altra parte non ci siano solo insulti.
Verso Palazzo Chigi
Alla domanda se si stia preparando la strada verso palazzo Chigi, in veste di presidente del Consiglio, Salvini risponde: "Quella sarà la proposta che faremo agli elettori quando finalmente potranno votare. Sempre che nel frattempo il Paese non finisca a carte quarantotto". Fra le riforme che scriverebbe anche a fianco del Pd, Salvini individua quella della legge elettorale e quella della giustizia. Poi si chiede che fine abbia fatto la riforma del Codice degli appalti: "Il premier Conte ci dica dove l’ha imboscata. Doveva essere pronta un anno fa".
Per quanto riguarda scrivere le riforme con i Cinque Stelle, invece commenta: "Di Maio e Grillo cambiano idea ogni giorno. Saremmo felici di confrontarci se sapessimo cosa vogliono".