Salvini: “Non sono un no vax, ma nessuno insegua mio figlio con tamponi e siringhe”
Matteo Salvini è in tour per l'Italia da settimane, per inaugurare gazebo e punti di raccolta firme per il referendum sulla giustizia. La passerella, da Sud a Nord, è l'occasione per rilasciare qualche dichiarazione ai presenti. I temi caldi, è evidente, sono i vaccini e la gestione della nuova ondata di contagi in arrivo. Il nodo è il green pass, ma anche il cambio dei parametri che decidono il colore delle Regioni. In tutto ciò il leader della Lega si deve difendere da chi lo accusa di strizzare l'occhio ai no vax, non tanto per la questione della sua vaccinazione – che ha annunciato avverrà ad agosto -, ma più che altro per lo schieramento deciso contro il green pass alla francese, ovvero contro un obbligo vaccinale indiretto.
Salvini si è difeso, dal gazebo della Lega a Jesolo lido: "La variante Delta è più contagiosa ma non fa più morti – ha commentato – Ci dovremo convivere con questo virus". Poi ha assicurato: "Io non sono no vax, i miei genitori di 75-76 anni sono vaccinati due volte, tranquilli e sicuri", ma "mi rifiuto di vedere qualcuno che insegue mio figlio che ha 18 anni con un tampone o con una siringa". E via con lo slogan: "Prudenti sì, terrorizzati no".
Il leader della Lega ha parlato più dettagliatamente dell'ipotesi di modificare la certificazione verde: "Leggevo di multe di 400 euro…". E poi il rilancio: "Se uno deve fare il green pass per andare a prendere il caffè in piazza Mazzini e intanto ne sbarcano a carrettate in Sicilia senza green pass…", ha detto riferendosi agli sbarchi dei migranti. "Quindi, prudenti, ma senza vivere da segregati in casa". Sul green pass "la nostra posizione è chiara, bisogna essere attenti e prudenti perché quella brutta bestia del virus non è ancora stata sconfitta" ma "lasciamo lavorare la gente in sicurezza". Salvini ha attaccato anche chi "già parla di zone gialle, arancioni, rosse a luglio ad agosto". Insomma, il messaggio del senatore è chiaro: "Garantiamo i vaccini a tutti i 70-80enni, ma non possiamo condannare i ragazzi che hanno sofferto alla paura a vita".