Salvini: “Non si torna al voto, la legge elettorale si può modificare in 15 giorni”
"Gioco nella squadra del centrodestra di cui Berlusconi fa parte. E sento tutti a nome del centrodestra". Ancora una volta il leader del Carroccio rassicura Berlusconi su La Stampa il leader della Lega, chiudendo all'ipotesi di un accordo con i Dem: "Il Pd – spiega – dice di no a tutto e tutti. Questo però è un problema del Pd, non mio. Me ne farò una ragione. Io in un Consiglio dei ministri dove ci siano Renzi o la Boschi non siedo".
"La gente che ci ha votato – spiega Salvini – chiede di trasformare le parole in fatti. Noi partiamo dalla squadra e dal programma del centrodestra. Poi se qualcuno ha idee e proposte aggiuntive io non sono geloso". E all'orizzonte si profila sempre di più un possibile esecutivo targato Lega-M5S, che naturalmente fa storcere il naso a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, e al Cavaliere.
E infatti Salvini vorrebbe trovare consensi sul programma, guardando al M5S, e spiega che si alleerà con "chiunque sia d'accordo sulle cose da fare. Certo che se poi mi dici che il programma è il mio, il premier sono io e i ministri sono i miei, mettersi d'accordo è difficile". Comunque le mosse di ieri del candidato premier della Lega indicherebbero proprio questa strada, dopo le dichiarazioni a favore del taglio dei vitalizi e sul reddito di cittadinanza, temi grillini per eccellenza. Un modo senza dubbio per lanciare un segnale distensivo agli avversari.
"La legge elettorale – dice anche il leader leghista – è facilissima da cambiare. È sufficiente un emendamento a quella attuale, uno solo, che introduca il premio di maggioranza. Per farlo basta una settimana. Chi parla di cambiare la Costituzione o di rifare la legge vuole solo tirare a campare". Alla domanda se il presidente Mattarella potrebbe rimandare subito gli italiani alle urne, Salvini risponde: "Non lo so. Noi andremo da Mattarella proponendoci come forza di governo. Non chiediamo il voto perché non si può votare ogni quindici giorni, però non ci fa certo paura". Salvini ribadisce che nei contatti con gli altri leader politici, dal leader di LeU Pietro Grasso al segretario reggente del Pd Maurizio Martina, passando naturalmente per Di Maio, sono stati buoni: "C'è voglia di confrontarsi sulle cose da fare. Di Nomi e incarichi non si è proprio parlato".