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Salvini: “Non mandiamo bambini in galera, ma 15enne che gira armato va punito come tutti gli altri”

“Non mandiamo in galera i bambini di 11 anni, ma se a 15 anni aggredisci ne paghi le conseguenze come tutti gli altri”, dice ancora Matteo Salvini, parlando del decreto Caivano.
A cura di Annalisa Girardi
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Matteo Salvini afferma che il decreto Caivano – che tra le altre cose prevede il daspo urbano anche a 14 anni e il carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola – fosse "assolutamente necessario" perché "se non ci arrivano le famiglie o la scuola, deve arrivarci lo Stato". Il leader della Lega poi aggiunge: "Un quindicenne di oggi vive in un altro modo e se vai in giro armato di pistola, rapini o spacci, devi essere punito come tutti gli altri".

Prima del Consiglio dei ministri che ha licenziato il nuovo decreto contenente "misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile", Salvini insisteva sul fatto che un quattordicenne che commette un reato dovrebbe pagare esattamente come un cinquantenne. Una presa di posizione che non aveva attirato solo critiche dall'opposizione, ma anche alcune sensibilità della maggioranza avevano mostrato delle perplessità. Ad esempio il segretario generale di Forza Italia, Antonio Tajani, aveva sottolineato come fosse importante puntare a rieducare questi ragazzi.

"Non possiamo che considerare un 14enne che gira armato un criminale. Detto questo, ci sono le carceri minorili che devono lavorare per la rieducazione", aveva detto Tajani. Salvini comunque sembra rimanere della sua posizione e rilancia anche un vecchio cavallo di battaglia: quello del servizio militare obbligatorio. "Sarebbe anche utile pensare a reintrodurre una forma di servizio civile e militare universale. Non mandiamo in galera i bambini di 11 anni, ma se a 15 anni aggredisci ne paghi le conseguenze come tutti gli altri", sottolinea.

Salvini parla anche di scuola: E conclude "Educazione, prevenzione e educazione civica. Sono d'accordo con il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara quando parla dell'importanza di reintrodurre un voto in condotta perché puoi prendere 9 in italiano, in matematica e in latino ma se vai in classe e prendi a maleparole oppure metti le mani addosso ad un insegnante o a un compagno di scuola tu devi essere bocciato. La buona educazione deve essere reinsegnata fin dai banchi di scuola".

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