Salvini: “Non c’è nessun finanziamento. Sono solo colpevole di volere buoni rapporti con la Russia”
"Sa di cosa sono colpevole? Di volere buoni rapporti con la Russia": così Matteo Salvini interviene sul caso Moscopoli. "Non abbiamo visto, chiesto o preso un euro fuori posto", ribadisce il ministro dell'Interno, intervistato da Repubblica riguardo al caso dei presunti finanziamenti russi alla Lega. "Non c'è nessun presunto finanziamento e continuerò a sostenere questa tesi. Se da due anni stanno dietro a Trump, senza trovare nulla, figuriamoci se non se la prendono con me", aggiunge sul Corriere della Sera, sottolineando di fidarsi delle persone che gli sono vicine, riferendosi agli esponenti del Carroccio che sono stati direttamente coinvolti dalle inchieste, Gianluca Savoini e Claudio D'Amico. Su Savoini poi specifica di non aver mai detto di non conoscerlo: "Non l'ho mai detto. Lo conosco da 27 anni, la prima volta ci incontrammo alla Statale nel '92". E ancora: "Se poi qualcuno sbaglia, con me paga doppio. Ma sulla fantasia o sulle ipotesi io non condanno e non scarico nessuno".
L'unica cosa che riusciranno a trovare le inchieste è "la convinzione che i rapporti con la Russia siano fondamentali, che Putin sia una grande uomo di Stato e che le sanzioni siano sbagliate", continua il vicepresidente del Consiglio, alludendo al fatto di essere il bersaglio degli attacchi per i suoi progetti di cambiare l'Europa: "Nulla succede per caso. Diciamo che c’è sistema bene organizzato. Io ho le mie idee, ma sono tranquillo sulla corruzione e quelle fantasie lì".
Riguardo invece alla decisione del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di andare a riferire in Parlamento sulla questione, afferma: "Mi chiedo cosa mai debba riferire Conte sulla Russia. D'altronde lui ribadisce ogni giorno che è il presidente del Consiglio. Chi l'ha mai messo in dubbio? Io non mi alzo la mattina dicendo: Matteo sei il ministro dell'Interno, accidenti!". Tuttavia, Salvini si dice disposto a presentarsi in Aula per rispondere alle domande sulle inchieste: "In Parlamento andrò a ribadire quello che ho sempre detto", e se non dovesse bastare il question time, "allora faremo una conferenza internazionale", prosegue sarcasticamente. Da parte sua, Conte ribadisce che intende riferire il prossimo 24 luglio in Parlamento sul caso dei presunti finanziamenti perché così gli è stato chiesto, e "io riferisco perché, quando le forze parlamentari chiamano, il governo risponde per trasparenza nei confronti dei cittadini e dei loro rappresentati". Poi sottolinea: "Ho una concezione sacrale del Parlamento e delle istituzioni".