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Salvini lancia un sondaggio sui social e chiede se il Parlamento deve approvare la legge sul fine vita

Il dibattito sul fine vita torna al centro della scena politica italiana dopo l’approvazione della legge toscana sul suicidio assistito. Matteo Salvini ha lanciato un sondaggio su Instagram, riflettendo la contrarietà del centrodestra a una normativa regionale su un tema così delicato.
A cura di Francesca Moriero
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Matteo Salvini ha lanciato un sondaggio sui sul suo profilo Instagram, chiedendo agli utenti se ritengano corretto che il Parlamento italiano approvi una normativa sul fine vita. Il quesito posto dal segretario della Lega è stato: "Sarebbe giusto, secondo te, che il Parlamento approvasse una legge sul fine-vita, per stabilire criteri, modi e tempi per permettere ai malati terminali di decidere, in piena coscienza, di porre fine alla propria esistenza?".

Il tema del fine vita è al centro di confronti politici e giudiziari da anni, ed è tornato al dibattito pubblico dopo che la Regione Toscana è diventata la prima in Italia ad approvare una legge sul suicidio medicalmente assistito.

La legge della Toscana: la prima in Italia sul fine vita

Il Consiglio regionale toscano ha dato il via libera alla proposta di legge di iniziativa popolare intitolata "Procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza n. 242/19 della Corte Costituzionale", conosciuta anche come legge "Liberi tutti", promossa dall'Associazione Luca Coscioni e sostenuta da oltre 10mila firme. La norma, approvata con 27 voti a favore (Partito Democratico, Italia Viva, Movimento 5 Stelle e gruppo misto) e 13 contrari (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia), ha lo scopo di garantire assistenza sanitaria ai pazienti che intendono accedere al suicidio assistito, rispettando i criteri stabiliti dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 242 del 2019, nota come sentenza Dj Fabo/Cappato. Con questa legge, le aziende sanitarie locali dovranno quindi creare una Commissione multidisciplinare permanente, composta da medici e specialisti, che ora dovrà valutare caso per caso se sussistono i requisiti previsti dalla Consulta per accedere alla procedura.

La posizione della Lega e del centrodestra

Il sondaggio di Salvini si inserisce nel pensiero comune di un centrodestra che ha espresso fin da subito forte opposizione alla legge toscana: la Lega, insieme a Fratelli d'Italia e Forza Italia, ha votato infatti contro il provvedimento, ritenendolo incostituzionale e fonte di incertezze giuridiche. Simona Baldassarre, responsabile del dipartimento Famiglia della Lega, aveva dichiarato: "La legge approvata dalla Toscana sul suicidio assistito è probabilmente incostituzionale e sarà oggetto di mille ricorsi. Un tema così delicato non dovrebbe essere regolato in modo frammentato dalle singole Regioni, creando solo confusione normativa e rischi per le persone più fragili. Invece di potenziare l’assistenza e le cure palliative, questo di competenza delle Regioni, si è deciso di aprire una pericolosa strada che alimenterà solo incertezze e divisioni, senza offrire vere risposte a chi soffre".

Cosa prevede la legge sul suicidio assistito

La norma stabilisce che il paziente possa accedere alla procedura se soddisfa quattro condizioni fondamentali, stabilite dalla Corte Costituzionale:

  • Essere affetto da una malattia irreversibile;
  • Soffrire di dolori fisici o psicologici ritenuti insopportabili;
  • Dipendere da trattamenti di sostegno vitale (anche in senso ampio, non solo con strumenti invasivi come la ventilazione meccanica);
  • Essere in grado di prendere decisioni consapevoli e libere

La Commissione multidisciplinare dovrà verificare che questi requisiti siano presenti e concludere l'istruttoria entro 20 giorni dalla richiesta del paziente. Se l'esito è positivo, entro 10 giorni dovranno essere definite le modalità di attuazione, mentre entro 7 giorni successivi le aziende sanitarie dovranno fornire il supporto medico e farmacologico necessario.

L'assistenza sanitaria per il suicidio assistito sarà gratuita e il Consiglio regionale ha stanziato 10mila euro all'anno per il 2025, 2026 e 2027 per garantire proprio l'attuazione della legge.

Il dibattito a livello nazionale e il caso del Veneto

Dopo la Toscana, anche il Veneto sta lavorando a una regolamentazione del fine vita: a differenza della Regione Toscana, però, il Veneto prevede di agire attraverso una circolare anziché una legge, per stabilire modalità più chiare di applicazione della sentenza della Corte Costituzionale. In altre 15 regioni italiane sono state presentate proposte simili, ma molte di esse si sono bloccate prima di arrivare alla discussione in aula.

Marco Cappato, dell'Associazione Luca Coscioni, ha definito l'approvazione della legge toscana "una grande vittoria", auspicando che anche altre regioni possano seguirne l'esempio.

Se il Parlamento dovesse finalmente legiferare in materia di fine vita, come chiesto più volte dai giudici, le normative regionali non sarebbero più necessarie e verrebbero superate da una legge nazionale. Al momento, l'Italia continua a non avere una legislazione unitaria sul tema, lasciando spazio a decisioni frammentate a livello locale.

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