Salvini: “La Lega in piazza per condannare il terrorismo, nel 2023 non può esserci caccia all’ebreo”
"Domani saremo in piazza a Milano per lo stop alla violenza e per condannare ogni forma di terrorismo". Matteo Salvini, in un'intervista al Tg1, ha ricordato la manifestazione che si terrà domani nel capoluogo lombardo, indetta dalla Lega in favore dei valori occidentali. Un appuntamento che inizialmente il partito del vicepresidente del Consiglio aveva dedicato a Oriana Fallaci: il nipote della giornalista, però ha diffidato gli organizzatori dall'utilizzarne il nome.
"Non è possibile che nel 2023 ci sia la caccia all'ebreo, si brucino le bandiere di Israele, si sgozzino i bambini e si violentino le donne. Bisogna avviare un percorso di pace e dire no a ogni forma di violenza", ha detto ancora Salvini. Per poi aggiungere: "Se non dobbiamo parlare di pace quando rischia di scoppiare una guerra ditemi voi quando dobbiamo farlo. Abbiamo visto tante piazze nei giorni scorsi alimentate dall'odio, dalla rabbia, con bandiere bruciate o strappate. Domani a Milano ci sarà una piazza sorridente che chiede il ritorno alla pace, due popoli, due stati. Ma l'antisemitismo, l'odio anti-ebraico, non possono più esistere".
Potrebbero non mancare le tensioni, dal momento che sempre domani Milano ospiterà anche un'altra manifestazione, un corteo per la "Palestina libera" e per "fermare il genocidio". Lo slogan dell'iniziativa sarà: "Scendete in piazza con noi e fate di tutto affinché ci sia giustizia per un popolo che resiste al colonialismo israeliano da più di 75 anni".
Ad ogni modo, oltre a parlare della manifestazione, al Tg1 Salvini ha anche commentato al riforma costituzionale approvata oggi dal Consiglio dei ministri. Secondo il ministro dei Trasporti con l'elezione diretta del presidente del Consiglio si darà "più importanza al voto dei cittadini" che "potranno eleggere un presidente del Consiglio, una squadra, un programma, una maggioranza… e se qualcuno cambia idea si torna a votare". Salvini è convinto che in questo modo "avremo un Paese più serio" e con l'Autonomia, allo stesso tempo, "saremo finalmente un Paese più moderno".