Salvini incontra Draghi: “Mi ha chiamato lui, abbiamo parlato di riaperture non di sottosegretari”
Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio, Mario Draghi. “Mi ha chiamato lui”, spiega Salvini al termine dell’incontro durato circa mezz’ora. Salvini spiega che i due hanno “parlato di riaperture” e non di sottosegretari e della squadra del sottogoverno che dovrebbe essere varata in questi giorni. Il leader del Carroccio sintetizza quanto emerso dall’incontro con il presidente del Consiglio: “Se c’è un problema a Brescia intervieni in provincia di Brescia, non fai un lockdown nazionale da Bolzano a Catania. Chiusure mirate, a differenza di quello che accadeva qualche mese in cui si apriva o chiudeva tutto. E poi un ritorno alla vita”.
Salvini non si sofferma sulla posizione espressa da Draghi durante il confronto, non spiegando se si sia detto o meno d’accordo con lui: “Penso che ci sia voglia di cambiamento. Anche da questo punto di vista. Attenzione, cautela, se ci sono le terapie occupate non si scherza con la salute della gente. Ma alcune norma di buon senso mi sembrano palesi. Se non c’è rischio a pranzo, non c’è rischio a cena”, afferma riferendosi all’ipotesi di riaprire i ristoranti la sera. Salvini punta anche alla riapertura di altre attività, a partire da palestre e teatri: per il segretario della Lega ci sono “alcune realtà iper-controllate, come le palestre e i teatri: allora perché no?”.
Il confronto tra Salvini e Draghi è proseguitò anche sul tema del piano vaccinale e della possibile produzione dei vaccini in Italia: "Sono contento che un ministro leghista come Giorgetti avrà un incontro con le industrie farmaceutiche per pensare a una produzione italiana. Se si riescono a portare le industrie farmaceutiche a sostenere una produzione vaccinale italiana… Non uso il termine sovranità ma non dovere dipendere da altri mi lascerebbe più tranquillo”. Infine Salvini torna sulla questione dei sottosegretari e sulle nomine attese in queste ore: “Non ho da commentare nulla. Noi siamo a posto. Noi saremmo pronti a partire anche adesso fra un minuto, altri hanno difficoltà. Sarebbe banale parlare di sottosegretari, è un compito che lascio a voi anche perché qualcuno non ha fatto i compiti…”.