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Salvini in calo nei sondaggi ma non rinuncia alla guida del centrodestra: “Il leader resto io”

Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ammette di aver commesso qualche errore e si spiega così il calo nei sondaggi del suo partito. Ma la sua leadership nel centrodestra non è in discussione, secondo quanto afferma lui stesso: “Resto alla guida del primo partito. Sto lavorando da parecchi mesi a un progetto di governo”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Ammette di aver commesso errori in questi ultimi mesi il leader della Lega, Matteo Salvini. Ma non per questo, nonostante una popolarità in calo e inferiore a quella del suo collega di partito Luca Zaia, vuole abdicare alla leadership del centrodestra. Il leader della coalizione resta lui, assicura. In un’intervista a Repubblica Salvini parla dei suoi errori: “Di errori, certo, ne faccio anche dieci al giorno, ne commetto come tutti quelli che compiono delle scelte. Ma resto alla guida del partito che secondo l’ultimo sondaggio Swg ha 8 punti di vantaggio sul Pd”. Al progetto Salvini premier, quindi, non rinuncia: “Sto lavorando da parecchi mesi a un progetto di governo. Stavolta saremo pronti e strutturati. Sto incontrando in via riservata ambasciatori, imprenditori, sindacalisti, perfino uomini di Chiesa. Lavoro a un progetto per l’Italia dei prossimi 30 anni”. E neanche Zaia può mettere in discussione la sua leadership: “Sarà una risorsa”, dice, ma “tra cinque anni”.

Salvini: Pd non eleggerà prossimo capo dello Stato

Il segretario della Lega parla degli Stati generali dell’economia e della decisione di incontrare il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, solo al termine di questa iniziativa: “Andremo, perché il Paese ne ha bisogno. Il centrodestra torna a quel tavolo, ma per confrontarsi sui fatti. Abbiamo detto no alle passerelle in villa: quelle non ci interessano. Se si aprirà un dialogo vero a Palazzo Chigi, allora di proposte serie ne porteremo venti”. Eppure Salvini non rinuncia al voto politico in autunno: “C’è un Paese fermo,  Qui non si tratta di dare spallate, ma di far ripartire l’economia paralizzata dalle divergenze Pd-5S”. E proprio contro il Pd si scaglia Salvini in vista dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica: “Dico che nel Pd almeno in cinque si contendono il Colle, ma possono mettersi l’anima in pace. Il presidente sarà eletto con molta probabilità coi voti di tutti, tranne che del Pd, che lavora per averne uno a suo piacimento”. Un accordo centrodestra-M5s, quindi.

Lo stallo sui candidati del centrodestra alle regionali

Ma nel centrodestra manca ancora l’accordo sui candidati del centrodestra alla presidenza delle Regioni chiamate al voto a settembre: “L’accordo è a portata di mano. Sto lavorando personalmente a un’intesa complessiva. E da leader del primo partito e della coalizione sono pronto a fare un passo indietro, se sarà necessario. Pur di trovare una sintesi”. Intanto c’è da affrontare il calo nei sondaggi del suo partito: “Succede che la lega è l’unico movimento politico che vive in mezzo alla gente. Il Pd come il M5S non esistono più, non hanno una sede. E se chiudi le piazze e le fabbriche per tre mesi, alla Lega togli lo spazio vitale. Non a caso dal 4 giugno sono di nuovo in giro e ho fatto 50 incontri. Si respira già un’aria diversa. Altro che Zoom e Skype”.

Zaia: non punto a scalata alla Lega o al governo

Anche lo stesso Luca Zaia ribadisce di non puntare a un ruolo nazionale per il momento: “Non voglio dare la scalata né al mio partito né a Palazzo Chigi”, afferma in un’intervista a La Stampa. E ridimensiona il suo alto gradimento nei sondaggi: “Stento a credergli, perché ha dei sondaggi buoni anche Conte e proprio non capisco come sia possibile. Finita l'emergenza coronavirus, torneremo alla normalità e vedremo chi piace davvero alla gente. I sondaggi sono come ‘Il sabato del villaggio' di Leopardi’. L'attesa della festa è sempre meglio della festa. E poi se le cose ti fanno bene c’è sempre qualche frustrato che ti vuole male”.

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