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Salvini e Tajani chiamano in causa Berlusconi sul canone Rai: “Me lo disse prima di morire”

Sul taglio del canone Rai, che la Lega vorrebbe confermare per il 2025 nonostante lo stop di FI, si è consumato uno scontro nella maggioranza che ha portato Salvini e Tajani a chiamare in causa persino Berlusconi, il quale, poco prima di morire, avrebbe ribadito la sua posizione sull’imposta. Ma le due versioni non coincidono.
A cura di Giulia Casula
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La diatriba sul taglio del canone Rai ha scosso gli equilibri del governo. Attorno alla riduzione di 20 euro, che la Lega vorrebbe riconfermare anche per il prossimo anno, si è consumato uno scontro con Forza Italia, che ha portato i leader dei due partiti a chiamare in causa persino Silvio Berlusconi.

Prima della bocciatura all'emendamento leghista a causa del no dei forzisti che in Commissione bilancio si sono allineati all'opposizione, sia Matteo Salvini che Antonio Tajani avevano evocato l'ex premier .

A tirare fuori dal cilindro il nome del fondatore di FI era stato dapprima Matteo Salvini. Per richiamare e convincere gli azzurri, contrari alla misura, il vicepremier aveva sostenuto che Berlusconi condividesse con lui l'idea che il canone fosse "una tassa, una gabella su cui riflettere e da limare".

Invitato a commentare le parole dell'alleato, Antonio Tajani aveva ricordato un aneddoto che smentiva le dichiarazioni di Salvini. Il ministro aveva raccontato che poco prima della morte, Berlusconi si trovava ricoverato all'ospedale San Raffaele di Milano , dove aveva ricevuto Salvini. In quella occasione – in cui "c'era anche Gianni Letta", ha precisato – il fondatore di FI gli "disse espressamente di non insistere sull’abolizione o sul taglio del canone Rai", secondo la versione di Tajani.

Versione ribadita anche oggi, durante il Forum dell'Agricoltura e dell'Alimentazione di Coldiretti. L'azzurro è tornato a spiegare le ragioni che hanno spinto FI a non appoggiare l'emendamento, ma ha ribadito che quanto accaduto non determinerà "nessun indebolimento della maggioranza".

Il ministro degli Esteri ha assicurato che "il governo durerà fino alla fine della legislatura e sono convinto che ci sarà ancora un governo di centrodestra anche nella prossima legislatura. Non siamo un partito unico, quindi, su un emendamento che non è del governo, ma che è di una parte politica si può non essere d'accordo, ma questo è normale", ha sottolineato. "Non c'è nessuna polemica, non c'è nessun contrasto. Sono idee differenti su argomenti che non fanno parte del programma di governo", ha proseguito, mettendo a tacere le voci sui malori e le tensioni che starebbero attraversando la coalizione in queste ore.

E tornando a Berlusconi ha ribadito: "Era sempre stato contrario al taglio del canone Rai, lo disse anche in occasione di un incontro con Salvini. Guardiamo avanti, è un emendamento che è stato bocciato, non è la manovra finanziaria. Adesso dobbiamo lavorare bene, ci sono tante cose da fare", ha concluso.

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