Salvini è stato assolto per il caso Open Arms: le tappe della vicenda e cosa succede adesso
Assolto perché "il fatto non sussiste". È quanto hanno stabilito i giudici di Palermo nella sentenza del processo sul caso Open Arms in cui era imputato il vicepremier leghista Matteo Salvini, per il quale era stata chiesta una condanna a sei anni. Appena appresa la sentenza, in primo grado, il leader della Lega ha abbracciato in Aula la sua avvocata, Giulia Bongiorno.
"Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per difendere le sue idee, o non valgono niente le sue idee, o non vale niente lui. Grazie, grazie, grazie, e ancora grazie. Mai mollare", ha commentato Salvini in un video pubblicato ieri sera sui social. "È stato sancito il principio che difendere i confini, contrastare l'immigrazione di massa, arginare le ong non era reato ma mio dovere", ha detto parlando a ‘Cinque minuti' da Bruno Vespa commentando la sentenza del processo di primo grado, durato tre anni, in cui era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio, per aver impedito lo sbarco di 147 migranti, che per 19 giorni, nell'agosto 2019, erano rimasti a bordo della nave spagnola Open Arms, davanti a Lampedusa.
Il verdetto è stato accolto da un applauso fragoroso dell'aula bunker del ‘Pagliarelli' di Palermo, dove si sono trovati dirigenti e parlamentari della Lega, tra cui il ministro all'Istruzione, Giuseppe Valditara.
Salvini attacca i magistrati: "La giustizia è un tritacarne"
Il vicepremier, che ha ottenuto il sostegno e gli auguri di tutto il suo governo, ha utilizzato il verdetto dei giudici per un nuovo attacco nei confronti della magistratura: "Ringrazio questi tre giudici del tribunale di Palermo" per la sentenza sul processo Open Arms, però "non mi dimentico dei 30mila italiani che sono stati ingiustamente carcerati e quindi una profonda riflessione sul sistema giustizia, e lo dico da assolto e felice, va fatta. Perché io poi ho la fortuna di avere un bravissimo avvocato e le spalle larghe", ma "se qualcuno finisce in quel tritacarne è un problema", ha detto parlando con i cronisti che lo hanno intercettato nell'albergo di Palermo, dove ha registrato la puntata di "Cinque minuti". Salvini ha poi precisato che quando parla della necessità di una "riflessione" sul sistema giustizia, vuole dire una "riforma".
In un passaggio dell'intervista da Vespa ha ribadito lo stesso concetto: "Ora bisogna pensare anche alla giustizia di domani, io ho le spalle larghe, anche in caso di condanna sarei andato avanti ugualmente. Ma se penso che 1000 italiani ogni anno vengono arrestati ingiustamente ma non hanno i soldi per un avvocato e perdono lavoro, affetti e vita. Bisogna ripensare ai tempi e ai modi della giustizia".
Il processo Open Arms: le tappe
Il processo per la vicenda Open Arms era partito tre anni fa, il 15 settembre 2021: in tutto, fino alla sentenza di ieri, ci sono state 24 udienze. Il caso è legato alla nave dell'Ong Open Arms, a cui, nell'agosto del 2019, fu impedito da Salvini, allora a capo del Viminale, l'ingresso nelle acque italiane e lo sbarco di 147 migranti soccorsi in mare.
Tutto ha inizio il 1 agosto, quando la nave umanitaria salva 124 migranti in mare, e chiede l'assegnazione di un porto sicuro all'Italia e a Malta, ricevendo come risposta il divieto di ingresso in acque italiane dall'allora titolare del Viminale. Qualche giorno dopo, siamo al 9 agosto, gli avvocati della ong decidono di fare ricorso al tribunale dei minori chiedendo lo sbarco dei migranti non ancora maggiorenni, presentando così la prima denuncia. Poche ore dopo la nave umanitaria soccorre un altro gruppo di persone che rischiavano di affogare, 39 in tutto. Nel frattempo il Tar del Lazio sospende il divieto di ingresso disposto dal ministro dell’Interno.
A quel punto la Open arms decide di fare un esposto alla Procura di Agrigento, perché nonostante sia arrivata la decisione del giudice amministrativo, Salvini continua a rifiutare il via libera all'ingresso nelle acque italiane. A bordo la situazione si complica, con i migranti che si trovano in condizioni igienico-sanitarie precarie da ben 18 giorni. Alcuni, vedendo le coste italiane tentano di raggiungere Lampedusa a nuoto gettandosi in mare. Siamo al 20 agosto: l'allora procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio sale sulla nave a bordo per verificare le condizioni fisiche e psichiche dei migranti, e si trova davanti a una situazione "esplosiva". Decide quindi di sequestrare l'imbarcazione, disponendo lo sbarco dei migranti e avviando accertamenti. Poco dopo la procura di Agrigento iscrive il ministro dell'Interno Salvini nel registro degli indagati per sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio in concorso con il suo capo di Gabinetto Matteo Piantedosi.
Per competenza le carte vengono trasmesse ai pm di Palermo – il capoluogo è sede del tribunale dei ministri – che poi formula l'imputazione di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per Salvini, mentre archivia per Piantedosi. In questo caso, a differenza di quanto avvenuto con la precedente richiesta sul caso Diciotti, il Senato autorizza a procedere: il 17 aprile 2021 il gup dispone il rinvio a giudizio e il 15 settembre comincia il processo.
Ora l'Ong dovrà decidere se ricorrere in appello. Secondo il fondatore dell'organizzazione umanitaria spagnola Open Arms, Oscar Camps, "il dispiacere è soprattutto per le persone, che come abbiamo detto dal primo minuto, sono state private della loro libertà. Aspettiamo le motivazioni dei giudici, per valutare se appellare la sentenza".