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Salvini difende Trump da Marina Berlusconi: “O rosica o non lo capisce, lui è da Nobel per la Pace”

Marina Berlusconi ieri aveva detto che le mosse di Donald Trump “assomigliano ad atti di bullismo politico”. Oggi Matteo Salvini ha difeso il presidente Usa: “Chi lo critica o rosica, o non capisce. Se uno riesce a mettere al tavolo Putin, Zelensky, Netanyahu e i Paesi Arabi, gli diamo il Nobel per la Pace, altro che bullismo”.
A cura di Luca Pons
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Hanno fatto rumore le parole di Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e figlia maggiore dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sul presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Ieri l'imprenditrice ha detto: "Molte delle sue prime mosse purtroppo, assomigliano ad atti di bullismo politico, in cui gli Stati Uniti si pongono come il solo e incontrastato numero uno, mentre gli altri alleati vengono trattati come Paesi-satellite". A poche ore di distanza, interpellato dai giornalisti, Matteo Salvini è corso in difesa di Trump: "Chi lo critica o rosica, o non capisce".

Berlusconi, in una lunga intervista al Foglio in cui è sembrata dettare la linea per Forza Italia su una serie di temi – dal fine vita ai matrimoni gay – ha anche parlato della presidenza degli Stati Uniti: "Spero davvero che il Paese che è sempre stato il principale garante dell'Occidente non abbia ora un presidente che ambisce a diventare lui il ‘rottamatore' dell'Occidente stesso, demolendo così tutto quello che l'America è stata negli ultimi ottant'anni".

E ancora: "Non si può ignorare che molti dei primi interventi di Trump hanno sì portato qualche vantaggio immediato agli Stati Uniti, ma alla lunga la sua strategia di mettere gli altri Paesi continuamente sotto pressione si trasformerà in una forza centrifuga sempre più violenta, capace di separare e dividere la comunità occidentale".

Parole che al leader della Lega non sono piaciute. O almeno, così è sembrato stando alla sua reazione alle domande dei giornalisti che gli chiedevano di commentare le frasi dell'imprenditrice: "L'elezione di Trump cambia tutto, chi lo critica o rosica, o non capisce", ha detto senza mezzi termini.

"Io penso", ha continuato Salvini, "che il nemico non sia Trump. Sta facendo più lui in poche settimane che Biden in quattro anni". Per poi tornare a una proposta già avanzata nelle scorse settimane: "Se uno riesce a mettere al tavolo Putin, Zelensky, Netanyahu e i Paesi Arabi, gli diamo il Nobel per la pace, altro che bullismo".

L'ultima volta che il segretario della Lega aveva parlato di premio Nobel per la pace in relazione al presidente degli Stati Uniti era stato in relazione alla sua proposta di trasferire i palestinesi in massa dalla Striscia di Gaza – un'idea definita da Salvini come "liberare Gaza dall'estremismo islamico e restituirla a chi ci vuole vivere pacificamente". Ma anche alcuni mesi fa, a novembre, lo aveva fatto parlando della guerra in Ucraina.

Il vicepremier ha continuato definendo Trump un "salvatore", proprio parlando del conflitto russo-ucraino: "Spero che la guerra finisca il prima possibile, perché è un vantaggio per tutti, per russi, ucraini e europei. Spero non ci sia nessuno, men che meno in Europa, che non vuole fare finire la guerra" e soprattutto "che nessuno si metta in mezzo se Putin e Zelensky grazie a Trump troveranno un accordo".

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