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Salvini dice che vuole tornare alle Province con l’elezione diretta del presidente nel 2024

Elezione diretta del presidente e dei consiglieri, più competenze e più soldi, “altrimenti strade provinciali e scuole superiori non hanno manutenzione”. Matteo Salvini ha detto che ripristinare le Province è un obiettivo della Lega, e farlo nel 2024 sarebbe un segno di “efficienza”.
A cura di Luca Pons
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Si ritorna a parlare di Province. Ancora una volta, come avviene occasionalmente da quasi dieci anni, il dibattito si è riacceso sull'opportunità di ripristinare pienamente gli enti intermedi tra Comuni e Regioni. A riaccenderlo è stato Matteo Salvini, che in veste di segretario della Lega ha dichiarato oggi: "Mi chiedono di reintrodurre le Province. Io ne sono straconvinto. Le Province servono per scuole e strade ed è una battaglia che spero di portare al successo".

Nel 2014, la riforma promossa da Graziano Delrio (la stessa che introdusse le Città metropolitane) ridimensionò gli enti provinciali. Togliendo loro importanza e potere, cambiò i loro rapporti con le Regioni e per alcune funzioni le sostituì con altri organi. La differenza più percepita dalla popolazione fu che sparirono le elezioni provinciali: oggi il presidente non si elegge più direttamente, ma solo con il voto di sindaci e consiglieri comunali della Provincia.

Il problema della legge Delrio è che doveva essere un passaggio intermedio, dato che poi con il referendum costituzionale del 2016 le Province avrebbero dovuto sparire del tutto. Ma il referendum non passò, e così da anni il dibattito si apre e si richiude su cosa sia meglio fare per gli enti provinciali.

Il piano di "controriforma" presentato da Salvini sarebbe quello di "tornare all'elezione diretta" di presidente e consiglieri. E di conseguenza ripristinare anche tutte "le competenze e i soldi, perché altrimenti strade provinciali e scuole superiori, che devono essere gestite dalle Province, senza soldi e senza personale non hanno manutenzione".

Non è una novità che il centrodestra voglia ripristinare le Province. Una proposta di legge è stata depositata al Senato da Forza Italia alcuni mesi fa, e la capogruppo Licia Ronzulli ha spiegato che "è necessario recuperare un rapporto fiduciario tra elettore e rappresentante delle istituzioni. Questo si può realizzare quando i cittadini scelgono direttamente chi li può governare".

Ora, Salvini ha dato anche una scadenza: "Se tornassero già nel 2024 sarebbe un segnale di efficienza". Anche se da qui alla fine dell'anno saranno probabilmente altri i temi che terranno banco – dal dibattito sul salario minimo alla legge di bilancio in cui il governo dovrà far quadrare i conti con le tante promesse fatte – può darsi che già all'inizio dell'anno prossimo la maggioranza decida di lavorare sul ritorno delle Province.

D'altra parte, in particolare per la Lega il legame con il territorio è sempre stato un fondamento del successo elettorale. E avere un'altra istituzione a elezione diretta che possa sfruttare questo punto di forza permetterebbe al Carroccio di farsi valere anche nella maggioranza. In più, tra il forte calo dei voti alle ultime elezioni (dal 17% al 9%) e il taglio del numero di parlamentari, molti nella Lega – ma anche in altri partiti – sono rimasti senza un incarico. Anche per risolvere questo punto, il ritorno delle Province potrebbe dare una mano.

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