Matteo Salvini dice che vuole rafforzare i decreti Sicurezza contro gli ambientalisti
"La Lega è al lavoro per rinforzare i decreti sicurezza" per punire gli attivisti per l'ambiente, ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Lo scopo del partito è quello di "punire con arresto, multa e reclusione" chi compie azioni eclatanti per attirare l'attenzione sul tema dell'emergenza climatica.
Nello specifico, il tweet di Salvini è arrivato in risposta al caso di Milano, dove ieri il collettivo delle SUVversive ha tagliato o sgonfiato le gomme di molti Suv in centro alla città. Il gesto è stato motivato con un volantino su ogni auto. "Ci scusiamo per il disagio creato", recitava l'opuscolo, "ma riteniamo che azioni non violente come questa siano diventate necessarie. In fondo conviene anche a te".
Il caso milanese ha portato a reazioni immediate di esponenti locali della Lega, come la commissaria cittadina del partito Silvia Sardone e la consigliera Chiara Pazzaglia, che hanno definito "talebani dell'ambientalismo più sfrenato" gli autori del gesto. Oggi il leader del partito, Matteo Salvini, ha rincarato la dose, invocando l'arresto e il carcere per "quegli pseudo-ambientalisti che si permettono di imbrattare opere d'arte e infastidire studenti e lavoratori bloccando la circolazione".
Il governo Meloni minaccia la linea dura contro gli ambientalisti
Non è la prima volta che un membro del governo guidato da Giorgia Meloni parla di misure più dure per punire gli ambientalisti. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi – già capo di gabinetto al Viminale quando la posizione era occupata da Matteo Salvini, nel primo governo Conte – è intervenuto sul tema il 15 gennaio a Zona Bianca, su Rete 4. In quel caso, si parlava del lancio di vernice contro la scultura Love, di Maurizio Cattelan, sempre a Milano.
"Non sempre la sanzione penale riesce a essere il giusto elemento di deterrenza per episodi del genere", ha detto Piantedosi. "Abbiamo un tavolo aperto con il ministro della Giustizia Nordio e i tecnici per una riflessione sulla necessità di interventi normativi", ovvero nuove regole, per "tenere conto di queste situazioni, che ultimamente si sono affacciate nella nostra realtà" anche "dal punto vista degli strumenti penali e di sicurezza". Il dibattito sulle misure più stringenti per punire chi protesta per il clima, quindi, è aperto all'interno del governo.
Negli ultimi mesi è aumentato il numero di gesti di protesta per attirare l'attenzione mediatica sulla crisi climatica, a opera soprattutto degli attivisti di Ultima generazione. Dal finto sangue gettato nella Pinacoteca di Bologna alla vernice sul Teatro alla Scala nel giorno della prima.
È stato particolarmente eclatante il caso della protesta davanti a Palazzo Madama, sede del Senato, che è stato imbrattato con vernice arancione il 2 gennaio. La protesta è stata definita da Giorgia Meloni un "gesto oltraggioso", e persino il Tg1 ha rifiutato di mandare in onda le immagini del gesto di protesta, "per sottolineare come questo tipo di proteste non possa essere accettabile".