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Salvini dice che stimava Putin prima che invadesse l’Ucraina: “Accordo con il suo partito non c’è più”

Matteo Salvini ha detto che ha stimato Vladimir Putin come uomo di governo, fino a quando ha invaso l’Ucraina. Il leader della Lega ha ribadito che l’accordo tra il suo partito e quello del presidente russo non è più valido, anche se formalmente non è mai stato annullato.
A cura di Luca Pons
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La mozione di sfiducia nei confronti del ministro Salvini, bocciata ieri dalla Camera, è "la rappresentazione plastica della sinistra che vive sulla Luna. Stanno cercando quello che non c’è, un accordo che fin dall’inizio della guerra in Ucraina abbiamo detto che era stato annullato". Parole dello stesso Salvini, in un'intervista a Libero. Il ministro ha proseguito: "Avevo stima di Putin come uomo di governo fino all’invasione dell’Ucraina? Sì, come ce l’avevano Berlusconi, Renzi, Prodi, come tutti i capi di governo che si sono succeduti".

Salvini ha poi continuato a smarcarsi dalla figura del presidente russo, che negli anni ha elogiato pubblicamente più volte, prendendo le sue difese anche di recente: "Io Putin l’ho visto una volta nella vita, mentre altri ci hanno fatto accordi commerciali, economici, ripeto, giustamente. Se fino al giorno prima tutti avevano una certa opinione di Putin, nel momento in cui scateni una guerra passi dalla parte del torto. Non c’è niente da disdire, perché non c’è niente in essere".

Il ministro ha replicato anche a chi ha chiesto una prova ufficiale che questo accordo non sia più valido: "Calenda aspetta la raccomandata con la ricevuta di ritorno, manderò una pec a Putin. È chiaro che è malafede, come quella di chi ha cercato per anni fondi russi, mai chiesti, né visti né dati". Poi ha ribadito: "La Lega ha sempre votato tutti i provvedimenti in difesa dell’Ucraina aggredita. Senza però additare l’intero popolo russo come un nemico da abbattere. Non condivido l’estremismo di quelli che per combattere Putin vietano i balletti, i concerti, boicottano gli sportivi, questo è assurdo".

Salvini ha parlato anche del suo percorso personale nella Lega, dicendo di non sentirsi di destra: "Sono antifascista, sono anticomunista, userei la categoria liberale, ma sono tutte categorie superate. Credo in alcuni valori, la famiglia, la patria, la difesa dei confini". E per quanto riguarda le difficoltà da segretario: "L’autonomia va in aula il 29 aprile, è l’inizio di un percorso. Ho commesso sicuramente degli errori, ma ho ben chiaro il ruolo della Lega nei prossimi anni in Italia e in Europa. Non sono stanco. Stiamo riuscendo a ottenere di più in questo anno e mezzo con l’8%, con un governo omogeneo e credibile, che non con i grillini quando avevamo il 30%".

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