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Salvini dice che sostituire Zaia in Veneto non sarà un problema: “Ho già una decina di nomi in mente”

A meno di un mese dalle Europee c’è una nuova rottura tra il leader del Carroccio e il governatore del Veneto: “Solo noi volevamo il terzo mandato”, ha ammesso Salvini, prima di far capire a Zaia che nessuno è insostituibile. Solo poche settimane fa un’altra frecciatina era arrivata sulla candidatura del generale Vannacci, mal vista da Zaia.
A cura di Luca Capponi
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Le notizie sono due in una. La prima è che per quanto riguarda la riforma sul terzo mandato per i presidenti di Regione – al momento vige il limite dei due incarichi – le possibilità dovrebbero essersi esaurite, e l'ennesima bocciatura arrivata pochi mesi fa potrebbe essere stata l'ultima. La seconda è la nuova frattura tra due delle principali figure della Lega degli ultimi dieci anni: il segretario del partito Matteo Salvini e il "doge" Luca Zaia, colui che nelle classifiche di gradimento dei presidenti di Regione è sempre ai primissimi posti. È bastata una frase a Matteo Salvini: "Per il dopo Zaia ho già in mente una decina di nomi, sia uomini che donne che possono portare avanti la buona amministrazione di questa Regione".

Il leader della Lega ha parlato al Gazzettino a margine della 95esima Adunata degli alpini, a Vicenza. Prima ha riconosciuto la sconfitta del suo partito sul terzo mandato: "Non hanno voluto far passare il terzo mandato – ha ammesso Salvini –  che invece trovo giusto se un amministratore ha fatto bene. Solo la Lega lo voleva, ne prendo atto". La Lega quindi non farà campagna politica sullo stop ai due mandati per i sindaci e per i presidenti di Regione. Poi è arrivata la chiusura nei confronti di Zaia e contemporaneamente un'apertura "a una donna, perché la Lega ha ottime personalità e ottimi amministratori, sia uomini che donne".

Nella "decina di nomi" che secondo Salvini potrebbero succedere a Zaia, i papabili sarebbero Elisa De Berti (vice di Zaia) ed Erika Stefani, ex ministra per la Disabilità. Oltre a loro, Alberto Stefani, segretario della Lega Veneta che ha presentato la proposta sul terzo mandato e il sindaco di Treviso Mario Conte.

Zaia non ha rilasciato alcuna dichiarazione pubblica. La frattura tra i due leghisti non nasce certo oggi: l'ultima stilettata in ordine di tempo era stata la candidatura alle europee del generale Vannacci, caldeggiata per mesi da Matteo Salvini e per la quale Zaia non aveva nascosto il disappunto: "L'8 e 9 giugno preferisco votare un candidato veneto", aveva risposto a precisa domanda.

Non resta quindi che aspettare per vedere come andranno le europee. I sondaggi mostrano Salvini in difficoltà: il leader della Lega spera che proprio la carta Vannacci, che risulterebbe avere più estimatori di quanti non ne abbia la Lega stessa, possa rivelarsi vincente. In caso di risultato deludente, si potrebbe aprire una discussione sulla figura del segretario. La leadership di Salvini, che dura dal 2013, potrebbe arrivare al capolinea se la Lega scivolasse dietro a Forza Italia, ad esempio. A quel punto, potrebbero aprirsi le porte per "l'altra Lega", non quella lepeniana di Salvini, ma quella autonomista di Zaia e del governatore del Friuli Fedriga.

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