Salvini dice che il governo chiude i negozi mettendo a rischio i lavoratori, ma la norma non esiste
"Il governo cambia un’altra volta idea e torna a chiudere negozi e locali, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, mentre il virus viene importato dall’estero. Un governo duro con gli italiani e morbido con i clandestini. Non se ne può più". È l'accusa lanciata all'esecutivo giallo rosso dal segretario della Lega Matteo Salvini, con un post su Facebook.
Probabilmente il segretario del Carroccio si riferisce all'ordinanza emanata ieri dal ministero della Salute Roberto Speranza, valida per tutto il territorio nazionale, che prevede la sospensione dell'attività del ballo' nelle discoteche, nei lidi, nelle spiagge libere, negli stabilimenti balneari, negli spazi comuni delle strutture ricettive, e in altri luoghi aperti al pubblico. Il divieto, come è stato chiarito, riguarda appunto solo il ballo, mentre le discoteche e i locali possono rimanere aperti se si limitano a offrire altri servizi, come la ristorazione per esempio. Questo significa che questi locali non si fermeranno del tutto, ma lo stop riguarda solo una parte della loro attività. E le Regioni dal canto loro non possono introdurre norme meno restrittive su questo punto specifico, possono prevederne al massimo di più stringenti.
Dunque si vede bene come la comunicazione data da Salvini sia come minimo fuorviante. Non solo dire che il governo ha chiuso i locali significa sintetizzare in senso peggiorativo il significato di un'ordinanza. Ma la chiusura dei negozi non è proprio prevista né dall'ultimo dpcm, quello del 7 agosto, né dagli ultimi provvedimenti del ministero della Salute, cioè quella sui tamponi obbligatori per chi ha viaggiato in Croazia, Spagna, Grecia e a Malta, e quella, in vigore da oggi, sulle discoteche e l'obbligo di mascherina all'aperto dalle 18 alle 6 nelle zone della movida.
Anche le parole del viceministro alla Salute Sileri smentiscono Salvini: "Niente panico: i cittadino sono consapevoli, il sistema sanitario è preparato. Al momento mi sento di dire che la probabilità di un nuovo lockdown è vicina allo zero", ha detto in un'intervista sl Fatto Quotidiano. Concetto ribadito poi in un post: "Questo non è un lockdown e credo non ve ne sarà un altro, restiamo attenti e responsabili". Nessun blocco delle attività commerciali e produttive quindi.
Il segretario del Carroccio chiama poi in causa ancora una volta i "clandestini", che però poco c'entrano con la risalita dei contagi, come ha avuto modo di sottolineare Franco Locatelli, il presidente del Consiglio superiore di Sanità e membro del Comitato tecnico scientifico, che oggi in un'intervista ha detto: "A seconda delle Regioni, il 25-40% dei casi sono stati importati da concittadini tornati da viaggi o da stranieri residenti in Italia. Il contributo dei migranti, intesi come disperati che fuggono, è minimale, non oltre il 3-5% è positivo e una parte si infetta nei centri di accoglienza dove è più difficile mantenere le misure sanitarie adeguate". Con buona pace di Salvini.