video suggerito
video suggerito

Salvini dice che i 14enni devono pagare come i 50enni, la replica di Tajani: “Importante è rieducare”

Il vicempremier Tajani prende le distanze dal collega Salvini sull’imputabilità a 14 anni: “Non possiamo che considerare un 14enne che gira armato un criminale. Detto questo, ci sono le carceri minorili che devono lavorare per la rieducazion”.
A cura di Annalisa Cangemi
62 CONDIVISIONI
Immagine

Ancora scintille tra i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, che ultimamente non sempre sono allineati sulle misure e sui provvedimenti da prendere. Ultima in ordine di tempo è la proposta di Salvini di portare l'imputabilità a 14 anni, misura allo studio del governo come reazione agli ultimi fatti di cronaca, gli stupri a Palermo e a Caivano.

"Non possiamo che considerare un 14enne che gira armato un criminale. Detto questo, ci sono le carceri minorili che devono lavorare per la rieducazione. Non dobbiamo mai rinunciare alla possibilità di far sì che questi giovani si allontanino dal mondo del crimine – è l'opinione del segretario di Forza Italia – È ovvio che un giovane criminale debba pagare per le sue colpe perché è già nell'età della ragione". Ma, "deve essere sempre, nell'ambito dell'esecuzione della pena, considerato un soggetto che può redimersi", ha detto Tajani commentando le parole di Salvini di ieri. Secondo il vicepremier leghista "Abbassare l'età per essere imputabili è utile perché il 14enne che gira con un coltello o con una pistola, è capace di intendere e volere e se sbaglia, se uccide, se rapina, se spaccia deve pagare come paga un 50enne".

Il viceopremier azzurro nei giorni scorsi aveva già criticato le posizioni di Salvini a proposito della castrazione chimica: "Non credo che la castrazione chimica sia una soluzione. Non è nell’agenda del governo. Agire sul corpo di una persona non è la soluzione giusta, io sono contrario anche alla pena di morte“.

Tajani ha risposto questa mattina, a margine della presentazione della proposta di legge contro i femminicidi ‘Mai sole'. alle domande dei giornalisti in merito al decreto Caivano, che il Consiglio dei ministri dovrebbe varare oggi: "Qualsiasi persona può redimersi, ed io sono contrario alla pena di morte proprio per questo motivo – è la premessa -, ma il giovane negli istituti di detenzione minorile deve essere oggetto di particolare attenzione anche da un punto di vista formativo. Perché un giovane criminale è un criminale ma non è detto che debba esserlo per tutta la vita. Noi dobbiamo tagliare i legami con il mondo del crimine". 

Parallelamente per Tajanio è "giusto ridurre l'età massima di detenzione nelle carceri minorili da 25 a 18 anni" perché "a 25 anni sono padri di famiglia, non si possono considerare giovani". Parlando dei giovani che delinquono il vicepremier ha aggiunto, "la colpa spesso è di chi non li ha educati o dell'ambiente in cui vivono, dell'assenza di valori, della mancanza di frequentazione scolastica. Quindi per il giovane detenuto bisogna individuare un percorso che riduca il numero dei criminali. Se si interviene da giovani, forse c'è qualche speranza in più…Fermo restando che se a 14 anni hai la pistola carica e vuoi ammazzare o hai ammazzato devi essere trattato come un altro assassino. Il problema è la rieducazione dal giorno dopo la condanna", ha ribadito.

62 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views