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Salvini contro l’app Immuni: “I dati potrebbero finire ai cinesi, nessuna garanzia”

A poche ore dall’esordio dell’app Immmuni per il tracciamento dei contagi, il leader leghista ha annunciato che sicuramente non farà parte delle persone che la scaricheranno e la useranno perché non darebbe sufficienti garanzie sulla privacy, segnalando collegamenti dello sviluppatore con soci cinesi.
A cura di Antonio Palma
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Matteo Salvini contro l'app Immuni, l'applicazione per il tracciamento dei contatti durante la fase tre. A poche ore dall'esordio dell'app, il leader leghista ha annunciato che sicuramente non farà parte delle persone che la scaricheranno e la useranno perché non darebbe sufficienti garanzie sulla privacy. Addirittura l'ex Ministro dell'interno segnala possibili collegamenti dello sviluppatore con soci cinesi adombrando possibili commerci di dati degli italiani. "Non mi scarico la app Immuni. Sino a quando non ho certezza che i dati privati degli italiani, quelli economici, sanitari e fiscali non sono in mani sicure e non vadano in mano a qualcuno che ha soci cinesi, non la scarico" ha dichiarato infatti stasera Salvini intervenendo alla trasmissione  Quarta Repubblica su Rete 4, aggiungendo: "Prima di mettere in mano il mio telefonino a qualcuno che non è certificato e che ha dei soci cinesi ci penso diciotto volte perché la Cina non è una democrazia".

Il riferimento di Salvini è al fatto che Bending Spoons, la società milanese che ha sviluppato l'app Immuni, ha nella propria compagine societaria anche una quota di un investitore di Hong Kong. "Se qualcuno deve spiegare qualcosa nel mondo è proprio a Pechino. Perché non hanno detto quello che stava accadendo e ora magari, coi soldi che hanno in tasca, pensano di venire a fare shopping in Italia. Quindi non solo non gli do i dati del mio telefonino ma vorrei tenerli lontani dalle aziende italiane" ha aggiunto il leader della Lega.

Via libera Garante Privacy all'App Immuni

In realtà Imuni ha ricevuto il via libera anche da parte del Garante per la protezione dei dati personali che ha autorizzato il ministero della Salute ad avviare il trattamento relativo al Sistema di allerta Covid-19. Pur facendo alcune osservazioni che andranno viste implementando alcuni aspetti, per il garante il trattamento dei dati personali effettuato nell'ambito del Sistema può essere considerato proporzionato, essendo state previste misure volte a garantire in misura sufficiente il rispetto dei diritti e le libertà degli interessati, che attenuano i rischi che potrebbero derivare dal trattamento.

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