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Salvini contro il governo: “Problema non sono aperitivi e segno della pace in chiesa, ma sbarchi”

Matteo Salvini torna ad attaccare il governo per la decisione di chiudere le discoteche e continua a prendersela con gli sbarchi avvenuti in Italia, nonostante gli esperti abbiano già detto che non siano i migranti a creare focolai preoccupanti: “Il problema sono i giovani che vanno a fare l’aperitivo non i clandestini che sbarcano. Quando entri in chiesa non azzardarti a dare il segno della pace”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il leader della Lega, Matteo Salvini, si è più volte scagliato contro il governo per la gestione dell’emergenza Coronavirus. E per la decisione di chiudere le discoteche su tutto il territorio nazionale. L’ex ministro dell’Interno, infatti, continua a ripetere che il vero pericolo sia rappresentato dai migranti che sbarcano in Italia, nonostante i numeri e gli esperti gli diano torto. Oggi Salvini, durante un comizio a Varese Ligure (La Spezia), è tornato sul tema: “Il problema sono i giovani che vanno a fare l'aperitivo non i clandestini che sbarcano. Quando entri in chiesa, mamma mia, pericolosissimo entrare in chiesa e stare a 37 banchi di distanza da quell'altro e non azzardarti a dare il segno della pace e tra ieri e ieri l'altro ne sono sbarcati più di mille a Lampedusa e dintorni. C'è qualcuno che ci sta prendendo in giro”.

Il leader della Lega è poi passato all’attacco del governo guidato da Giuseppe Conte: “Un governo che chiude locali e discoteche e spalanca i porti a decine di migliaia di clandestini che stanno sbarcando e portano caos, problemi e virus è un governo di incapaci. Prima di chiudere le discoteche pensino a chiudere i porti, poi ne riparliamo”. Salvini ha continuato a parlare del tema, facendo riferimento alla terra in cui si trova: “L’Italia e la Liguria hanno bisogno di turisti che pagano, non di turisti che sbarcano e poi vengono pagati per fare i turisti andando in giro. La dimostrazione che fermare questo traffico si può l'ho data personalmente perché l'anno scorso i porti erano chiusi. Per aver chiuso i porti, sabato 3 ottobre sarò in tribunale a Catania a rischiare fino a quindici anni di carcere. Se uno non è disposto ad andare fino in fondo per le sue idee vuol dire che non valgono nulla o che non valga nulla lui. Quando ho accettato di fare il ministro sapevo di rischiare, ma per me, per i miei e per i vostri figli sono disposto a tutto”.

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