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Salvini continua la sua campagna contro il Mes, ma non conosce il Fondo salva-stati

Il leader della Lega, Matteo Salvini, continua la sua battaglia contro il Mes. Ma parlando del Fondo salva stati in una trasmissione televisiva commette una serie di inesattezze sui dettagli tecnici del Meccanismo europeo di stabilità: gli errori riguardano il capitale versato dall’Italia, il tipo di fondo, la sua composizione e la ristrutturazione del debito.
A cura di Stefano Rizzuti
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Non solo le Cacs. Per il leader della Lega, Matteo Salvini, il Mes sembra essere un argomento ostico. Nonostante la campagna portata avanti dal Carroccio per chiedere l’abolizione della riforma del Meccanismo europeo di stabilità, con tanto di raccolta firme e petizione online (a cui si può aderire più volte e con mail false), Salvini sembra avere difficoltà quando si deve soffermare su aspetti più tecnici del cosiddetto Fondo salva-stati. Era già successo con le Cacs, ora succede di nuovo su altri argomenti, come fa notare Next Quotidiano. Dando sostanzialmente ragione al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, quando dice che Salvini ha “iniziato a fare una campagna terroristica” sul Mes “per spaventare le persone”.

Salvini parla durante la puntata di Mezz’ora in più, in onda la domenica su Rai 3, e in una sola frase – fa notare Next Quotidiano – cade in diverse inesattezze. “Questo trattato – afferma – mette 124 miliardi di euro degli italiani nelle mani di sette burocrati europei, due tedeschi, due francesi, un olandese, un belga e un irlandese che possono discrezionalmente decidere chi aiutare e non aiutare con quei soldi”. E, ancora: “Chi dev’essere aiutato deve essere un paese con i conti a posto. Quindi tradotto i soldi degli italiani a detta di decine di economisti rischiano di essere utilizzati per salvare le banche tedesche. Io mai voterò un trattato del genere”.

Le inesattezze del leader leghista sono tante. Innanzitutto il capitale versato dall’Italia è di 14,33 miliardi e non di 124, che è invece il capitale sottoscritto ma non versato. E se l’Italia dovesse farlo lo stesso toccherebbe anche a Germania e Francia, ipotesi improbabile. Poi Salvini parla di sette persone che decidono. A smentirlo, però, ci sono le parole di Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, degli scorsi giorni: il Mes “è stato studiato mediante un trattato intergovernativo, ossia al di fuori del quadro giuridico della Ue. È guidato da un “Consiglio dei Governatori” composto dai 19 ministri delle finanze dell’area dell’euro. Il Consiglio assume all’unanimità tutte le principali decisioni (incluse quelle relative alla concessione di assistenza finanziaria e all’approvazione dei protocolli d’intesa con i paesi che la ricevono)”.

Inoltre il Mes non è un fondo privato, come detto recentemente da Salvini. Ancora, le decisioni vengono prese sulla base di una maggioranza dell’85% delle quote. Considerando che l’Italia ha il 17% delle quote ha il potere di veto: senza il sì dell’Italia non si va avanti, fermandosi le quote all’83% senza il consenso di Roma. Poi il leader leghista sostiene che il Mes servirà a salvare le banche tedesche: ma in questo caso confonde il Fondo salva stati con il Fondo di risoluzione unico, destinato proprio alle banche in difficoltà. Tra l’altro la riforma del Mes ha introdotto il common backstop per le crisi bancarie per volontà del governo giallo-verde, con tanto di accordo dell’allora ministro Paolo Savona.

Infine Salvini parla anche di alcune clausole definite “svantaggiose per i risparmiatori italiani perché si parla di ristrutturazione del debito, tradotto: patrimoniale”. Eppure la ristrutturazione automatica del debito non esiste e non è prevista dal Mes, come ha ricordato sempre Visco nell’audizione sul Meccanismo europeo di stabilità degli scorsi giorni.

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