Salvini chiede la fine delle restrizioni, dello stato di emergenza e del green pass entro marzo
La questione pandemica si dovrebbe chiudere entro marzo, secondo Matteo Salvini. Il leader della Lega, intervenuto questa mattina a Rtl 102.5, ha detto la sua sull'agenda di governo – dal suo punto di vista – sia sulle prossime misure da mettere in campo sia sulla fine delle restrizioni contro il Covid. Salvini, alla prima uscita dopo il tampone negativo (era risultato positivo durante lo screening che ha anticipato il discorso di Mattarella in Parlamento), è andato subito all'attacco: "Penso e spero che, con il 31 marzo e la fine dello stato di emergenza, si superino divieti, obblighi, restrizioni, green pass, super green pass". Insomma, il senatore leghista vede un futuro più normale già a breve termine: "Certo, con attenzione e cautela – ha precisato – Così sta facendo il resto del mondo, non capisco perché non si debba fare in Italia dove abbiamo il 90% dei vaccinati o guariti. Non possiamo essere quelli con più restrizioni".
Quanto all'agenda di governo, il leader della Lega è stato chiaro: "Adesso la cosa più urgente da fare è un intervento da 6-7 miliardi per attenuare il peso del caro bollette, una cosa di cui parlavo mesi fa e mi dicevano ‘ci sono problemi più gravi', ora è il problema di tutti". Poi ha insistito: "Servono almeno 7 miliardi sui conti correnti di famiglie, piccoli imprenditori e artigiani, perché possano rateizzare le bollette. Ovviamente ci sono dei limiti di fatturato e spesa, ma la bolletta è mediamente raddoppiata e sui piccoli bisogna intervenire subito". E ha rilanciato: "In prospettiva occorre produrre, estrarre e importare più gas e sperare che non ci sia alcuna guerra tra Ucraina e Russia".
Ma non c'è solo il caro-bollette: "Il superbonus è uno strumento assolutamente efficace, stiamo lavorando per rinnovarlo aumentando la possibilità della cessione del credito, perché bloccare la cessione del credito significa bloccare l'edilizia che è l'unico settore che sta correndo in questo momento", ha continuato Salvini. E sulla direttiva Bolkestein ha chiosato: "Occorre tutelare il lavoro, l'investimento, la fatica e il sacrificio di chi per anni ha investito nelle spiagge italiane". Per il leader leghista, però, c'è anche un altro tema che puntualmente ritorna: "Serve una grande operazione di giustizia fiscale, pace fiscale, rottamazione, rateizzazione, perché ci sono milioni di cartelle esattoriali che rischiano di essere un disastro. Questo sarà un tema che la Lega porterà con forza al tavolo del governo".
Salvini ha anche rilanciato i referendum sulla giustizia: "In primavera ci saranno i referendum che, dopo 30 anni, mettono in mano agli italiani il cambiamento che il Parlamento non è riuscito ad approvare". E ha avvisato: "Spero che il centrodestra sia tutto compatto, perché ci sono 6 milioni di italiani in attesa di giudizio, se sono innocenti non possono fare un calvario di anni". Alla coalizione di centrodestra – o a quello che ne resta – ha inviato un messaggio chiaro: "Con Giorgia Meloni sono sicuro che supereremo le divisioni per il bene degli italiani, il centrodestra è compatto – ha concluso il senatore leghista – Superiamo incomprensioni, interessi di parte, la gente non vuole divisioni, litigi, battibecchi. Uniti si vince".