Salvini al citofono, l’accusa del 17enne: “Ora tutti mi chiamano spacciatore”
"Fino a 3 giorni fa mi chiamavano Yaya la ‘cartola' (un espressione bolognese usata per descrivere una persona simpatica, ndr), adesso mi chiamano Yaya lo spacciatore, è stata una brutta botta": queste le parole del ragazzo 17enne finito al centro del dibattito pubblico dopo la citofonata di Matteo Salvini, che martedì scorso ha suonato a casa del giovane di origini tunisine chiedendo se lì si spacciasse. I residenti del quartiere Pilastro e alcune associazioni hanno organizzato un presidio, a cui hanno partecipato anche il ragazzo e la sua legale, Cathy La Torre, "per reagire all'odio che si è scatenato"dopo il blitz del leader leghista nel rione.
"Con la droga io non sono garantista, la droga è morte. Se quel ragazzo non è uno spacciatore avrà tutte le mie scuse e lascio che polizia a carabinieri appurino la verità", ha commentato oggi l'ex ministro dell'Interno dalla trasmissione Agorà. Salvini ha continuato a giustificare il suo gesto: "Avevo informazioni sullo spacciatore del Pilastro, non solo dalla signora ma anche dal quartiere: dove ci sono mamme e ragazze che combattono la droga per me è un dovere stare con loro. Per ora l’unica vittima della vicenda è la signora che ha segnalato lo spaccio alla quale hanno sfasciato la macchina".
La legale del ragazzo, postando un video su Facebook, è intervenuta così: "Il ragazzo di spalle è Yassin. Nascondo il suo volto perché è un minorenne, ha solo 17 anni. Posso dire il suo nome perché qualcun altro, ieri sera, in diretta sulla sua pagina, seguita da milioni di persone e ripreso da tutti gli organi di informazione, lo ha detto a microfoni unificati. Nome, Cognome, persino il Cognome della madre e il piano dove vive. Lo ha detto citofonando a casa sua e chiedendo “Lei è uno spacciatore?”. Così. Perché una signora glielo ha detto. E lui, a favor di telecamera, non ha perso l’occasione per gettare un altro po’ di odio contro gli stranieri. Perché questo è il punto: far passare lo straniero, in questo caso un “tunisino”, per uno spacciatore".
L'attivista ha affermato che il 17enne non avrebbe precedenti penali di nessun tipo. E poi, rivolgendosi direttamente a Salvini: "Da ieri, per tanti, è “Yassin lo spacciatore”. Perché un ex Ministro dell’Interno ha citofonato a casa sua chiedendogli “lei è uno spacciatore”. Perché serviva dare in pasto ai suoi fan l’immigrato delinquente. Ma ancora una volta, al Capitano, ha detto male. Si è scusato per il video in cui ha preso in giro un ragazzo dislessico. Questa volta le scuse non credo basteranno".