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Salute mentale, Speranza annuncia stop contenzione meccanica entro 2023: mai più pazienti legati

Il ministro della Salute ha inviato a Regioni e Comuni la bozza di un documento che prevede il superamento della contenzione meccanica entro il 2023. Nel testo viene spiegata la necessità di utilizzare pratiche alternative a quella di legare i pazienti psichiatrici, per tutta una serie di motivi. Tra le sette raccomandazioni contenute nel documento si va dal rispetto di dignità e diritti alla formazione del personale.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il ministro della Salute, Roberto Speranza, lo aveva annunciato pochi giorni fa: "Nei giorni scorsi il gabinetto del ministero ha inviato alla Conferenza delle Regioni la bozza di accordo per il superamento della contenzione meccanica nei luoghi di cura della salute mentale", aveva detto alla seconda conferenza sulla salute mentale. Lo stesso ministro aveva sottolineato il fatto che si tratta di "un provvedimento importante di grande valenza etica, che risponde a raccomandazioni ricevute da vari enti, tra cui il Comitato nazionale di bioetica". Insomma, il ministero della Salute scende in campo per l'abolizione della contenzione meccanica nei luoghi di cura. In una frase: mai più pazienti psichiatrici legati.

Il testo del documento, inviato a Regioni e Comuni per un primo esame e pubblicato da Quotidiano Sanità, è solamente una bozza, ma contiene quello che a grandi linee sarà il provvedimento che porterà al "definitivo superamento della contenzione meccanica in tutti luoghi della salute mentale in un triennio". Quindi entro il 2023. Nelle strutture del Dipartimento di salute mentale la contenzione meccanica "è pratica diffusa, a volte routinaria anche se sommersa", si legge nel testo. Vengono citate anche le ultime rilevazioni disponibili, che parlando dell'85% degli Spdc (Servizi psichiatrici diagnosi e cura) "fa ricorso alla contenzione e che questa si accompagna di norma ad altre limitazioni della libertà personale". Viene evidenziato anche che è una pratica che produce chiaramente "esiti psicofisici negativi", con possibili danni fisici che possono portare persino alla morte.

La bozza inviata dal ministro ha una linea chiara: bisogna cambiare paradigma. Per questo vengono date delle raccomandazioni alle Regioni: "Attivare percorsi di riconoscimento delle pratiche limitative delle libertà personali; assumere iniziative per conoscere e monitorare la contenzione; garantire le attività di formazione a tutte le operatrici e gli operatori; rispettare i diritti e la dignità delle persone; organizzare servizi di salute mentale e di Npia (Neuropsichiatria infantile e dell'adolescenza) integrati, inclusivi e radicati nel territorio; garantire la qualità dei luoghi di cura e l’attraversabilità dei servizi; promuovere il lavoro di equipe e il lavoro in rete".

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