Salta la detassazione delle tredicesime nel 2023, niente bonus di fine anno per i lavoratori
La detassazione delle tredicesime è ufficialmente scomparsa dai radar. Se n'era parlato tanto nelle scorse settimane, per via del viceministro all'Economia, Maurizio Leo, che aveva ritirato fuori l'argomento. È un punto molto importante della riforma fiscale, che è stata approvata in estate in Parlamento ed è tornata al governo sotto forma di delega. I decreti dovranno essere scritti nei prossimi mesi, ma alcuni passaggi potrebbero essere anticipati. O almeno, questa era l'intenzione del governo – ad esempio sulla rimodulazione delle aliquote Irpef, che potrebbero passare a tre più rapidamente del previsto – fino a qualche giorno fa.
Il problema è sempre lo stesso: le coperture. Nadef alla mano, di fondi per ridurre le tasse sulle tredicesime mensilità – che arriveranno tra qualche mese a milioni di italiani – non ce ne sono. Il tesoretto da 3,2 miliardi di euro ritagliato grazie all'aumento del deficit servirà ad altro. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, verranno investiti su pensioni, stipendi dei dipendenti pubblici e per assorbire i costi dell'immigrazione. Tanto che un decreto potrebbe arrivare già nelle prossime settimane, anticipando – di fatto – parte della manovra.
Poi bisognerà capire se e quando il governo riuscirà a intervenire realmente sulle tredicesime, come previsto dalla delega fiscale. Perché il problema delle coperture economiche si ripresenterà anche il prossimo anno e la detassazione – come l'ha in mente l'esecutivo – potrebbe avere un discreto costo. Al momento sulla famosa mensilità aggiuntiva viene applicata l'aliquota Irpef di riferimento, senza però poter usufruire di bonus e detrazioni fiscali. L'obiettivo del governo è non solo applicarli anche alla tredicesima, ma anche abbassare l'Irpef al 15% per tutti i lavoratori. La famosa flat tax, in modo da rendere lo stipendio extra – che comunque, va detto, è previsto nella retribuzione annua lorda – ancora più cospicuo.