Salta il Governo M5S-Lega, che cosa succede adesso?
Il professor Giuseppe Conte ha rimesso l'incarico per la formazione del governo nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, aprendo così ufficialmente la crisi istituzionale. La frattura tra le forze di maggioranza parlamentari e il Colle è ormai ufficiale: il veto sul nome di Paolo Savona per il dicastero dell'Economia ha portato il professor Conte a rimettere l'incarico nelle mani del Capo dello Stato. Matteo Salvini per giorni ha dichiarato che non avrebbe fatto alcun passo indietro rispetto alla proposta di Savona all'Economia, sottolineando che in caso di veto avrebbe fatto saltare l'accordo e chiesto l'immediato ritorno alle urne, dello stesso avviso sarebbe il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio. Che cosa succede dunque ora, con il fallimento del tentativo Conte? Lo scenario più plausibile è uno: il governo del presidente già proposto dal capo dello Stato qualche settimana fa. Il Quirinale, pochi minuti dopo la conclusione del colloquio con il professor Conte, ha annunciato di aver chiamato al Colle il professor Carlo Cottarelli, cui molto probabilmente il presidente Mattarella conferirà un incarico esplorativo. Le elezioni immediate sembrano dunque non essere affatto tra le opzioni al vaglio del presidente Mattarella, che vorrebbe evitarle almeno fino a dicembre, dunque all'approvazione della legge di stabilità. Qualora il capo dello Stato dovesse sciogliere le camere nei prossimi giorni, il primo giorno utile per il voto sarebbe il 5 agosto, una data davvero improbabile. Mai infatti in Italia si sono celebrate elezioni in piena estate e ad agosto la già altissima astensione potrebbe raggiungere livelli allarmanti.
Per traghettare il Paese a nuove elezioni anticipate è dunque necessario creare una sorta di "governo Caronte", un esecutivo a tempo che rappresenti il Paese nei tanti incontri internazionali già fissati e che porti il Paese all'approvazione della legge di stabilità nei tempi stabiliti, per evitare, ad esempio, che scattino le cosiddette clausole di salvaguardia con il conseguente aumento di Iva e Accise. E proprio in quest'ottica, molto probabilmente, Mattarella conferirà l'incarico al professor Cottarelli domani mattina, lunedì 28 maggio. A quel punto, però, l'ex commissario alla spending review dovrà trovare la propria maggioranza in parlamento e non sarà un compito facile. Chi potrebbe sostenere un eventuale governo Cottarelli? Lega, M5S e Fratelli d'Italia sicuramente no, rimarrebbero dunque Pd, Forza Italia, +Europa e forse Liberi e Uguali e qualche membro del gruppo misto, ad esclusione degli ex M5S. Qualora l'esecutivo guidato dal professor Cottarelli non dovesse ottenere la fiducia, l'ipotesi del voto anticipato potrebbe tornare sul piatto con le elezioni in autunno, idealmente a settembre o ottobre. In quel caso, però, il voto anticipato costituirebbe un pericolo per l'Italia, perché in uno scenario tripolare e con la stessa legge elettorale di stampo proporzionale, difficilmente si arriverebbe a una netta maggioranza che neutralizzi la necessità di accordi tra forze politiche concorrenti e lo stallo istituzionale potrebbe dunque ripresentarsi, con il rischio che il Belpaese non sia in grado di rispettare le tempistiche per l'approvazione delle modifiche al Def e della legge di stabilità, eventualità che costerebbe agli italiani parecchi miliardi di euro in nuove tasse.