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Ilaria Salis dalla detenzione all'elezione in Europa

Salis, cosa serve per far scattare l’immunità: per il padre basta la comunicazione da Roma, Tajani smentisce

Secondo il padre di Ilaria Salis basterebbe una comunicazione da parte delle autorità italiane sull’elezione di sua figlia al Parlamento europeo per far scattare l’immunità e la scarcerazione. Secondo il ministro Tajani, invece, serve la comunicazione della Corte di appello: “Fino ad allora non si può fare nulla”, ha detto.
A cura di Annalisa Girardi
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Con l'elezione di Ilaria Salis al Parlamento europeo dovrebbe scattare anche l'immunità che potrebbe cambiare notevolmente la sua situazione processuale. Le tempistiche, però, non sono chiare. "Appena ci sarà la comunicazione ufficiale dell'elezione sarà informata la competente autorità ungherese, che prenderà le sue decisioni, e spetterà poi al Parlamento europeo intervenire", ha commentato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Rtl, parlando delle accuse del padre di Salis – attualmente ai domiciliari in Ungheria – secondo cui basterebbe una comunicazione della Farnesina.

"Mi spiace, non ho nulla da dire, bisogna conoscere le norme, il diritto prima di parlare. Io non posso comunicare nulla. Finché non c'è una comunicazione della elezione, nessuno di noi è eletto. Serve quindi prima la comunicazione della Corte di appello sull'elezione di una persona, cosa che ancora non c'è, serve poi che ne prenda atto il Parlamento europeo. Non posso comunicare nulla a nessuno finché non c'è la certezza", ha poi aggiunto Tajani.

L'avvocato di Salis, Mauro Straini, ha fatto sapere che il tribunale di Budapest è in attesa della comunicazione ufficiale dell'elezione. Già ieri i legali hanno presentato la richiesta di liberazione in base all'immunità concessa con lo status di parlamentare europea. Roberto Salis, intervenendo ai microfoni di Radio Radicale, ha aggiunto: "Il giudice incaricato di seguire il processo di Ilaria è ovviamente informato della conquista del seggio e ha dichiarato ai nostri avvocati ungheresi che per terminare la detenzione domiciliare è sufficiente che arrivi una comunicazione ufficiale da parte delle autorità competenti italiane, nella fattispecie il ministro degli Esteri e il ministro dell’Interno, che attestino l’avvenuta elezione. Quindi, anche oggi una lettera del ministro degli Esteri o del ministro dell’Interno al giudice consentirebbe la liberazione di Ilaria".

Per poi concludere: "Ma il ministro ha detto che non intende attivarsi, continuando a ignorare le esigenze di una cittadina italiana. Del resto, lui ha sempre ignorato le esigenze di Ilaria durante questi 16 mesi. Adesso però è estremamente grave che continui a farlo, perché l’elezione di Ilaria è stata legittimata da 170mila cittadini italiani che hanno scritto “Ilaria Salis” su una scheda".

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