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Saldi, cosa cambia con la direttiva Omnibus: niente più sconti “finti” nei negozi e online

Dal 6 luglio 2023 partono i saldi estivi. Con la nuova direttiva Omnibus, varata dall’Unione europea, ci sarà più trasparenza sui prezzi: lo sconto dovrà essere calcolato non a partire dal prezzo di listino, ma dal prezzo più basso applicato negli ultimi 30 giorni. Si evitano, così, sconti finti o gonfiati.
A cura di Luca Pons
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Il 6 luglio avranno il via i saldi estivi, e per la prima volta si applicheranno delle regole diverse. Da pochi giorni, infatti, è entrata in vigore la direttiva Omnibus sulle disposizioni relative agli annunci di riduzione di prezzo. Questa norma europea ha lo scopo, tra le altre cose, di evitare degli sconti "finti": quelli in cui un prezzo precedente viene barrato, mettendo bene in vista lo sconto, ma senza garanzie che quello fosse effettivamente il prezzo in precedenza.

Ora, invece, l'obbligo sarà di indicare non più il prezzo di listino, ma il prezzo più basso che si era applicato negli ultimi trenta giorni. Così si evita la pratica di saldi calcolati a partire da prezzi di listino più alti di quelli normalmente applicati, tali da rendere gli sconti sostanzialmente falsi o comunque esagerati.

Come funziona la direttiva Omnibus sui saldi

La direttiva Omnibus, che va a integrare il Codice del consumo con nuove norme sulla trasparenza, è valida dal 1 luglio 2023, e si applica non solo ai negozi fisici, ma anche agli outlet e alle piattaforme di acquisti online. Come detto, sulle etichette non si potrà più indicare semplicemente il prezzo di listino di un certo prodotto. Bisognerà, invece, scrivere il prezzo più basso che si è applicato nell'ultimo mese.

Sui volantini la direttiva ha già avuto un effetto molto visibile: nei casi in cui le promozioni delle scorse settimane erano già al livello dei saldi, oggi non è più possibile annunciare degli sconti che, in pratica, non esistono. Così, i volantini possono solo mostrare il prezzo attuale senza promesse di saldi eccezionali.

Cosa significa in pratica per i clienti dei negozi

Ad esempio, se un prodotto costa normalmente 100 euro, ma già da settimane è in promozione e costa 80 euro perché al prezzo di prima non vendeva abbastanza, non si può calcolare la percentuale di sconto a partire da 100 euro. Sarebbe ingannevole nei confronti di chi acquista, che si troverebbe davanti uno sconto – sull'etichetta del negozio, o sull'annuncio online – con una percentuale non vera, basata su un prezzo più alto.

Questa è la pratica di diverse aziende, ma anche di venditori online. Si fanno continuamente alcune promozioni per aumentare le vendite, ma poi si annunciano i saldi a partire dal prezzo originale di listino, che magari non si applica più da settimane o da mesi. Così la percentuale di sconto viene "gonfiata".

Perciò, in questi saldi estivi il prezzo indicato come "originale" dovrà essere il più basso che quel prodotto ha avuto nei trenta giorni precedenti, quindi dal sei giugno. Le sanzioni, per chi non applica la direttiva, saranno aumentate rispetto al passato.

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