Salario minimo, raggiunto l’accordo sulla direttiva europea, M5S: “Intesa storica”
Sulla direttiva europea che disciplina il salario minimo c'è un intesa di massima tra i vertici dell'Unione. Rappresentanti di Consiglio, Parlamento e Commissione Ue hanno infatti raggiunto un accordo nella notte, come spiegato dalla presidenza di turno francese in un tweet. "Nel pieno rispetto delle diversità nazionali – si legge nella nota – il provvedimento favorirà dei salari minimi adeguati nell'Ue e lo sviluppo della contrattazione collettiva: una tappa importante per l'Europa sociale".
Si tratta solo di un primo passo, perché la direttiva spinge solamente i 27 Stati membri a fissare un quadro generale per paghe minime orarie e il rafforzamento della contrattazione collettiva, senza specificare cifre valide per tutti. Il testo, poi, deve ancora essere approvato in via definitiva sia dal Parlamento che dal Consiglio europeo.
Soddisfatta la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen. "Con l'accordo politico di oggi– scrive su Twitter- portiamo a termine il nostro compito: ke nuove regole tuteleranno la dignità del lavoro e faranno in modo che il lavoro paghi". L'intesa viene già salutata in Italia come qualcosa di "storico". Almeno la pensa così Daniela Rondinelli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, che spiega in una nota come "per la prima volta l'Unione europea fissa dei criteri per salari minimi adeguati ed equi e per contrastare la concorrenza sleale e il dumping sociale".
Secondo il M5s si tratta di una direttiva che determinerà una "rivoluzione copernicana per il mercato del lavoro italiano, macchiato da oltre 300 contratti pirata: porterà a una convergenza verso l'alto dei salari di tutti i lavoratori e metterà fine alla piaga degli stage e tirocini gratuiti". Se il provvedimento non venisse applicato dal nostro Paese, sottolinea Rondinelli, "ci esporremmo alle sanzioni europee e a un pericoloso conflitto con la Corte di Giustizia".
In effetti in presenza della direttiva l'Italia sarebbe obbligata ad applicarla. Ma all'interno della maggioranza di governo le posizioni sul tema sono molto diverse. D'accordo PD, LeU e Italia Viva, resta la contrarietà di Forza Italia e della Lega (nonostante il salario minimo fosse presente nel contratto di governo firmato con i grillini nel 2018). Secondo il ministro della pubblica amministrazione, il forzista Renato Brunetta, la paga minima oraria per legge "è contro la nostra storia culturale di relazione industriali", con il salario che "deve corrispondere alla produttività".