Salario minimo, oltre 3 milioni di lavoratori guadagnano meno di 9 euro l’ora: i dati di Svimez
Il salario minimo è tornato al centro del dibattito pubblico e politico, dopo che le opposizioni hanno presentato una proposta di legge unitaria per introdurlo. Se questa venisse approvata (eventualità praticamente impossibile vista la contrarietà della maggioranza) milioni di lavoratori vedrebbero aumentare il proprio stipendio. Sì, perché secondo le ultime stime di Svimez ci sono circa tre milioni di lavoratori dipendenti che al momento guadagnano meno di nove euro l'ora. Si tratta di oltre il 17% di tutti coloro che hanno un contratto subordinato. E circa un milione si trova nel Mezzogiorno.
Insomma, non stiamo parlando di qualche migliaio di lavoratori. Sono tre milioni le persone che non arrivano a nove euro l'ora, i cosiddetti lavoratori poveri. Nelle Regioni del Sud sono il 25,1% degli occupati dipendenti, più di uno su quattro.
E, sempre nel Mezzogiorno, si fa sentire di più la perdita del potere d'acquisto. In termini reali nel 2022 le retribuzioni lorde nel Centro-Nord erano di tre punti più basse rispetto al 2008, mentre al Sud lo erano di ben 12 punti.
Nelle sue anticipazioni del rapporto annuale Svimez, l'Associazione per lo Sviluppo dell'Industria nel Mezzogiorno, sottolinea come dopo la pandemia, nonostante la generale ripresa, il divario tra Nord e Sud rimanga incredibilmente ampio e come proprio le Regioni meridionali siano quelle dove la precarietà è "patologica".
Sulla generale situazione economica e occupazionale Svimez osserva come l'occupazione sia cresciuta a livello nazionale nel primo trimestre del 2023 di 6,5 punti a livello nazionale e del 7,7% nel Mezzogiorno. Al Sud aumentano quindi gli occupati, anche se le retribuzioni, come dimostrano i dati sui salari, continuino a essere precarie.
Per quanto riguarda la crescita del Pil, secondo le anticipazioni di Svimez nel 2023 sarà del +1,1%, nel Centro-Nord del +1,2% e al Sud del +0,9%. Insomma, il Mezzogiorno tiene il passo con il resto del Paese per quanto riguarda la crescita, ma nelle Regioni meridionali la precarietà pesa ancora tantissimo sui suoi abitanti.