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Salario minimo, le opposizioni ritirano le firme: “Governo svuota la proposta, sta con sfruttatori”

La proposta di salario minimo legale è tornato alla Camera, ma con un testo modificato dal centrodestra e completamente diverso: nessuna soglia minima di pagamento e intervento delegato al governo. Così i leader dell’opposizione hanno tolto la propria firma: da Elly Schlein a Riccardo Magi, da Nicola Fratoianni a Giuseppe Conte.
A cura di Luca Pons
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Dibattito infuocato alla Camera sulla proposta di legge di salario minimo. Il testo è tornato in Aula per la prima volta da quando il centrodestra ha di fatto cancellato la proposta delle opposizioni, sostituendola con una legge delega che non prevede un salario minimo legale. Così, tutti i leader dei partiti di minoranza hanno ritirato la loro firma dal provvedimento: da Elly Schlein a Riccardo Magi, da Nicola Fratoianni a Giuseppe Conte, che ha anche strappato il testo in Aula gridando: "State facendo carta straccia del salario minimo legale".

Il dibattito è iniziato nel pomeriggio, e subito è stato chiaro che la proposta originale delle opposizioni – salario minimo legale fissato a 9 euro lordi l'ora – era irrecuperabile. I deputati hanno votato, e respinto, un emendamento dei partiti di minoranza che avrebbe restaurato la versione originale della norma. Così, ha avuto il via l'iniziativa dei leader di partito che hanno sostanzialmente preso le distanze dal nuovo testo.

"Giorgia Meloni non ha avuto nemmeno il coraggio di farvi votare contro la nostra proposta, ha preferito trovare un sotterfugio per soffocare il dibattito in quest'Aula", ha dichiarato la segretaria del Pd Elly Schlein. "Triste immagine quella dei colleghi di maggioranza che accettano di essere ridotti a pigiare dei tasti. A capo chino per non urtare chi comanda. Sono sei mesi che chiediamo di votare su questa proposta di legge, e voi oggi votate per dare una delega in bianco al governo che affossa il salario minimo. Sapete chi non ha tempo per aspettare i vostri comodi? Chi guadagna 5 euro all'ora e deve fare tre lavori per campare".

La segretaria dem ha insistito: "Comunico la volontà di togliere la mia firma. Questa non è più la nostra proposta di legge, non nel nostro nome state tradendo le speranza e le attese dei lavoratori, non nel nostro nome state pugnalando alle spalle queste persone che non avete nemmeno il coraggio di guardare in faccia. Avete scelto definitivamente di mostrare all'Italia da che parte state, dalla parte degli sfruttatori. Vergogna".

Giuseppe Conte è arrivato a strappare il testo della proposta, dichiarando: "State facendo carta straccia del salario minimo". Nel suo intervento anche il presidente del M5s ha annunciato la volontà di togliere la firma: "Dopo balletti e teatrini e rinvii, il governo e Meloni hanno gettato la maschera, votando no al salario minimo legale e hanno voltato le spalle a 3,6 milioni di lavoratori. Chi in quest'Aula ha votato no si deve vergognare. Questa battaglia è stata rallentata ma noi la vinceremo, perché il Paese è con noi".

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Per l'Alleanza Verdi-Sinistra è intervenuto Nicola Fratoianni, a sua volta togliendo la firma: "Non intendiamo mettere i nostri nomi in questo atto di pirateria politica e istituzionale. Si può fare tutto o quasi nella dialettica parlamentare, ma questo è uno schiaffo al Parlamento". Per +Europa, il segretario Riccardo Magi: "Non avete il coraggio di esprimere un voto contrario alla proposta in quota delle opposizioni e dire che siete contrari a una proposta ragionevole che avrebbe dato risposta a uno dei grandi problemi. Con la vostra delega stravolgete la proposta delle opposizioni". Per Azione, Matteo Richetti ha tolto il proprio nome. Il leader Carlo Calenda ha commentato sui social: "Il governo ha perso l'opportunità di prendersi cura di 3,6 milioni di lavoratori poveri. Abbiamo fatto un percorso di confronto di merito e poi tutto è tornato come sempre ad uno sterile scontro. Faccio un appello politico e personale a Giorgia Meloni affinché riconsideri questa scelta".

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