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Salario minimo, Conte attacca Meloni: “È insensibile, qui c’è in gioco la dignità dei lavoratori”

“La presidente Meloni non ha dimostrato alcuna sensibilità sul tema del salario minimo e a me sembra che ci sia un atteggiamento completamente sbagliato rispetto a un problema sociale così urgente. Non si accorge che qui c’è in gioco un problema di dignità di lavoratori”: lo ha detto Giuseppe Conte, prendendo la parola in commissione Lavoro, dove si sta discutendo la proposta unitaria delle opposizioni.
A cura di Annalisa Girardi
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La leader del Partito democratico, Elly Schlein, è pronta a lanciare una raccolta firme sul salario minimo. Per Giuseppe Conte, però, la battaglia nei palazzi non è ancora persa: "Per ora lavoriamo in commissione, poi combatteremo in Aula. Non ci fasciamo la testa, poi organizzeremo. Uno può sempre sperare nella resipiscenza delle forze di maggioranza. Continuiamo il confronto con le forze di maggioranza, che appaiono ancora molto restie", ha detto il presidente del Movimento Cinque Stelle parlando della battaglia per il salario minimo legale e della proposta della segretaria dem con i giornalisti prima di entrare in commissione Lavoro, dove si sta discutendo della proposta unitaria delle opposizioni.

E proprio prendendo la parola in commissione Conte ha ribadito: "La situazione è drammatica per il futuro di questa proposta di legge. Ma io non posso credere che questa battaglia sia persa. Ogni giorno perso è un ritardo all'urgenza di provvedere a 3 milioni e mezzo di lavoratori". Il riferimento è alle ultime stime di Svimez, secondo cui nel nostro Paese oltre tre milioni di lavoratori dipendenti non arrivano a nove euro l'ora.

Il leader M5s ha attaccato Giorgia Meloni, secondo cui il salario minimo legale non serve: "La presidente Meloni non ha dimostrato alcuna sensibilità sul tema del salario minimo e a me sembra che ci sia un atteggiamento completamente sbagliato rispetto a un problema sociale così urgente. Non si accorge che qui c'è in gioco un problema di dignità di lavoratori che non risolvi col taglio del cuneo fiscale, per di più non strutturale, ma attuando un principio costituzionale", ha detto, parlando della giusta retribuzione.

Non è mancata la frecciata anche verso il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, secondo cui non serve il salario minimo in quanto l'Italia non è l'Unione sovietica: "Ha parlato come fosse al bar con qualche avventore capitato a prendere il caffè vicino a lui. Sono frasi dette a vanvera: come si fa dire che noi non siamo in Unione sovietica, se ci sono 21 paesi europei che adottano questa misura? Sono forse colonie sovietiche? Come si fa a manifestare tanta ignoranza?".

Ad ogni modo l'ex presidente del Consiglio ha detto che se il governo si metterà all'opera per un taglio strutturale del cuneo fiscale, potrà contare sul M5s: "Sul taglio del cuneo fiscale noi ci saremo, se si prosegue in questa direzione che abbiamo già cominciato nel mio primo governo". Ma, concludendo, ha ribadito che contro il salario minimo la maggioranza ha usato "molte falsità, pseudo argomentazioni, alcune molto risibili".

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