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Salario minimo, Calderone: “Non gettiamo la palla in tribuna e non ci saranno gabbie salariali”

La ministra del Lavoro, Marina Calderone, risponde alle accuse delle opposizione sul salario minimo, dopo l’affossamento definitivo della proposta di legge da parte della maggioranza.
A cura di Redazione
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di Marco Billeci e Annalisa Girardi

Dopo l'approvazione dell'emendamento che ha trasformato la proposta di legge sul salario minimo in una delega al governo, le opposizioni hanno attaccato duramente la maggioranza. L'accusa è quella di aver nuovamente buttato la palla in tribuna. La ministra del Lavoro, Marina Calderone, però non è d'accordo. Rispondendo a una domanda di Fanpage.it a margine di un convegno sulla semplificazione normativa, Calderone ha detto che la delega al governo "è un modo per fare una riflessione complessiva, tenendo conto del principio per cui il tema del salario dignitoso vada affrontato con il confronto tra tutti gli attori sociali e istituzionali".

La ministra ha proseguito affermando: "Penso che mettere al centro della riflessione la qualità della contrattazione – e sostenere anche i percorsi di valorizzazione della contrattazione di secondo livello – sia un elemento su cui non possiamo costruire un mercato del lavoro che sia efficiente. Ci vuole la volontà delle parte e ci vuole anche un miglioramento delle condizioni generali di alcuni settori di attività".

Sulla contrattazione di secondo livello e la proposta di legge della Lega sulle gabbie salariali, Calderone ha detto, rispondendo sempre a una domanda di Fanpage.it: "La lettura delle opposizioni su questo tema è sbagliato. Quando si fa riferimento agli assetti territoriali è anche per dire che le azioni di welfare possono essere studiate dalle aziende con una connessione al territorio e questo mi sembra importante".

La reazione dell'opposizione all'affossamento della pdl sul salario minimo

Ad ogni modo, sull'affossamento della proposta di legge sul salario minimo non sono mancate le critiche da parte dell'opposizione. "La maggioranza ha affossato la nostra proposta di legge sul salario minimo legale. Lo ha fatto senza aver avuto nemmeno il coraggio di votare contro, ma attraverso un emendamento approvato ieri sera a tarda ora che la trasforma in una legge delega al Governo. Un emendamento con cui vengono riesumate le “gabbie salariali”, cioè stipendi differenziati fra Nord e Sud", ha scritto Giuseppe Conte in un post sui social. E ancora: "Dopo la pantomima del Cnel, ecco la mirabolante ricetta di Giorgia Meloni: no ad una soglia minima che metta finalmente fine a contratti da 4 o 5 euro l’ora che ledono la dignità e sì a lavoratrici e lavoratori ancora più svantaggiati e poveri se vivono e lavorano nel Mezzogiorno. Di fronte a tale scenario, non intendiamo arrenderci. Abbiamo già presentato un emendamento alla legge di Bilancio per introdurre il salario minimo e lo stesso faremo quando questa proposta arriverà in Aula alla Camera. Lì tutto il Paese potrà così vedere di che pasta sono fatti questi finti “patrioti”, che si inchinano ai grandi gruppi bancari ma sono impietosi con lavoratrici e lavoratori alle prese con stipendi da fame".

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