Salario minimo, arriva il primo via libera alla proposta di direttiva al Parlamento Ue
Il Parlamento europeo lavora al salario minimo, mentre in Italia non c'è ancora una vera discussione aperta sul tema. Il primo via libera alla proposta di una direttiva europea arriva dalla commissione Occupazione e Affari Sociali, con una serie di indicazioni chiare sulla soglia minima sotto la quale non possono scendere gli stipendi per i cittadini europei. Il passaggio per essere votata in plenaria potrebbe arrivare già a novembre, spiegano fonti parlamentari europee. Nella proposta di direttiva sui salari minimi adeguati ed equi questi hanno funzione in primis di prevenzione e riduzione delle disuguaglianze, di contrasto a concorrenza sleale e dumping sociale e promozione di progresso sociale e convergenza verso l’alto.
Nel testo approvato dalla commissione non ci sono lavoratori esclusi, e si applicherebbe a tutti i Paesi inclusi quelli in cui oggi non c’è salario minimo legale, quindi anche all’Italia. Verrebbero riconosciute, però, le diverse prassi nazionali nella fissazione dei salari, con la soglia dell’80% della copertura della contrattazione collettiva.
"Il nostro è uno dei pochi Paesi Ue a non avere ancora un salario minimo fissato per legge, circostanza che oggi, secondo l'Inps, vede 4,5 milioni di lavoratori guadagnare meno di 9 euro lordi all'ora mentre 2,5 milioni sono sotto la soglia degli 8 euro – commentano in una nota i deputati e le deputate del Movimento 5 Stelle delle commissioni Lavoro e Politiche europee della Camera – Proprio come indicato dalla direttiva, la nostra proposta vuole fissare una soglia di dignità sotto cui nessun contratto collettivo dovrà mai scendere". E ancora: "Questo voto è una grande vittoria per tutti i lavoratori perché vengono fissati nero su bianco i tre criteri chiave per determinare l’adeguatezza e l’equità dei salari: il salario minimo dovrà essere al di sopra del 50% del salario medio e del 60% del salario mediano lordo nazionale, ed essere al di sopra di una ‘soglia di dignità’ calcolata in base al potere d’acquisto dei salari, tenendo conto di un paniere di beni e servizi a prezzi reali, comprensivi di IVA e imposte", sottolinea Daniela Rondinelli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle.