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Saccomanni: “Il 2014 sarà un anno col segno più”. Ma sull’Imu è ancora stallo

In una intervista al Messaggero il ministro dell’Economia si dice sicuro: “A fine anno usciremo dalla recessione. Anche grazie ai fondi strutturali europei”.
A cura di Redazione
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In una delle settimane cruciali per la sopravvivenza del Governo, ma in generale per l'intera politica italiana (con la discussione su Imu, finanziamento ai partiti, Cig, ma soprattutto con l'attesa sentenza della Corte di Cassazione sul processo Mediaset – diritti tv che potrebbe rendere definitiva la condanna a 4 anni di carcere ed a 5 di interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi), il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni si mostra in ogni caso ottimista per ciò che attiene la situazione economico – finanziaria del nostro Paese. Anzi, si spinge ad ipotizzare manovre e cambi di passo, senza lasciarsi sfiorare dal dubbio di un possibile precipitare della crisi politica.

Per farlo, sceglie le colonne del Messaggero, con una intervista concessa ad Osvaldo De Paolini e Alberto Gentili, che parte proprio dalla "auspicata fine della recessione": "Ne usciremo entro quest’anno. I segnali già si intravedono in questo terzo trimestre, il quarto dovrebbe vedere il primo segno positivo. E il 2014 sarà un anno interamente con segno più". E in questa fase si potrà contare anche su maggiori margini di manovra dopo la fine della procedura di infrazione per debito eccessivo: "Se verranno confermate le previsioni di riduzione del disavanzo avremo sicuramente maggiori margini di manovra. Sempre restando sotto la soglia del 3% deficit/pil, li potremo utilizzare soprattutto per investimenti o per saldare altri debiti della Pubblica amministrazione. Insomma, se verrà confermato il rapporto del 2,4% avremo un margine dello 0,6%: oltre mezzo punto di pil".

Sulla polemica intorno alla questione evasione fiscale Saccomanni spiega: "E’ molto difficile stimare una cosa che per definizione viene tenuta nascosta. In più, come ha spiegato la Corte dei conti, in quell’ammontare figura una lunga serie di crediti non esigibili. Sono numeri teorici e se si cercano coperture per spese, non è da lì che potremo tirarle fuori". E rilancia l'accordo con la Svizzera: "L’obiettivo è che loro ci forniscano l’elenco dei connazionali con capitali in Svizzera, noi provvederemo a tassarli. Tutto ciò per quanto riguarda il futuro. Per quanto riguarda il pregresso, invece, pensiamo di negoziare un saldo da determinare".

Infine nessuna anticipazione sull'Imu e qualche precisazione: "Scrivete pure che sono reticente, ma non faccio politica fiscale sui giornali. Il processo decisionale è in corso ed è collegiale. […] Arrivati a questo punto dell’anno le spese sono già allocate per legge, non è possibile fermarle. In questo scorcio di 2013, le spese effettivamente aggredibili valgono non più di 18 miliardi".

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