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Russi reclutati da trafficanti per portare i migranti dalla Turchia all’Italia: la denuncia delle Ong

In un rapporto le Ong denunciano che i trafficanti di esseri umani, nella rotta tra Turchia e Italia, starebbero reclutando decine di cittadini russi per trasportare i migranti.
A cura di Annalisa Cangemi
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Arci Porco Rosso e l'organizzazione no profit Borderline Europe Migranti denunciano che i trafficanti di esseri umani, nella rotta tra Turchia e Italia, starebbero reclutando decine di cittadini russi per sostituire i marinai ucraini al comando delle barche che trasportano migranti. Lo scrivono in un rapporto, citato dal Guardian.

Dall'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca, almeno 14 cittadini russi sono stati arrestati dalla polizia italiana con l'accusa di trasporto illegale di richiedenti asilo, si legge. Il rapporto "ha rilevato un raddoppio del numero di arresti di cittadini russi" accusati di pilotare le navi rispetto all'anno precedente, oltre a molti più arresti di "siriani, bengalesi e persino persone provenienti da paesi senza sbocco sul mare, come Kazakistan e Tagikistan".

La rotta dalla Turchia all'Italia sarebbe stata scelta da una rete criminale di contrabbandieri turchi come alternativa alla lunga rotta via terra dei Balcani verso l'Ue, in parte in risposta ai respingimenti, in genere utilizzando piccoli yacht veloci, in molto casi rubati o affittati. Secondo il report circa 11mila migranti sono arrivati sulle coste italiane di Puglia, Calabria e Sicilia nel 2021 dai porti turchi di Izmir, Bodrum e Çanakkale.

Inizialmente i contrabbandieri reclutavano quasi esclusivamente capitani ucraini, molti dei quali erano fuggiti dal paese per sfuggire al servizio militare durante la guerra contro i separatisti sostenuti dalla Russia nel Donbass. Ma dall'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022, il numero di ucraini reclutati dai contrabbandieri turchi è diminuito.

"Gli ucraini sono stati fondamentali per l'arrivo di persone in partenza dalla Turchia, essendo esperti marinai che sanno come gestire una barca", si afferma nel rapporto. "Con lo scoppio della guerra, agli uomini ucraini è stato impedito di lasciare il loro paese, il che è stato senza dubbio un fattore determinante nella minore disponibilità di skipper ucraini".

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