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Caso Ruby

Ruby bis, la difesa della Minetti: “È come Cappato con dj Fabo, aiutò esercizio di una libertà”

Nel processo Ruby bis la linea difensiva dell’avvocato di Nicole Minetti è che la sua assistita, proprio come Marco Cappato con dj Fabo, ha permesso alle ospiti delle serate di Berlusconi di esercitare liberamente la prostituzione, potendo così autodeterminarsi, e ha chiesto la sua assoluzione.
A cura di Stefano Rizzuti
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Nicole Minetti come Marco Cappato: un parallelismo singolare quello che l’avvocato dell’ex showgirl, Pasquale Pantano, ha utilizzato davanti alla Corte d’appello di Milano durante il processo Ruby bis, nel quale è coinvolto anche Emilio Fede. Secondo il legale la situazione della Minetti richiama quella di dj Fabo, morto in Svizzera col suicidio assistito: Marco Cappato, in quel caso, aiutò quell’uomo a esercitare “un diritto”, “la libertà di decidere della propria vita”. Così come avrebbe fatto anche Nicole Minetti, ex consigliera regionale in Lombardia, che avrebbe solo dato un aiuto alle giovani ospiti delle serata di Silvio Berlusconi ad Arcore “nell’esercizio libero della prostituzione”, anche questo facente parte della “libertà di autodeteminarsi”.

Il legale della Minetti ha posto davanti alla Corte d’appello di Milano la questione di illegittimità costituzionale della legge Merlin. Le due difese (anche quella di Fede) hanno chiesto l’assoluzione per i loro assistiti e poi hanno sollevato la questione di incostituzionalità del favoreggiamento della prostituzione nel caso in cui non ci sia costrizione “ma libero esercizio”. In tema di libertà la difesa dell’ex consigliera si è richiamata all’ordinanza sul caso di dj Fabo: la decisione dei giudici dovrebbe arrivare nel pomeriggio.

Il nuovo procedimento d’appello bis è nato dalla decisione della Cassazione del settembre 2015 di rinviare gli atti ad un altro giudizio di secondo grado per alcune “lacune” nelle motivazioni della sentenza. Secondo l’avvocato Pantano non si comprende come possa essere rilevante “aiutare qualcuno nell’esercizio libero della prostituzione”. “Se non c’è violazione della sfera di libertà, come avviene invece nella tratta delle prostitute ‘schiave', non c’è reato”. Il legale ha quindi chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”.

Aggiornamento: La Corte d'appello di Milano ha deciso di ridurre leggermente le condanne sia per Nicole Minetti che per Emilio Fede. Per l'ex direttore del Tg4 la pena è di 4 anni e 7 mesi, per l'ex consigliera lombarda di due anni e dieci mesi. 

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