Rottamazione quater, c’è la proroga per pagare la quinta rata: quando è prevista la nuova scadenza
C'è più tempo per versare quanto dovuto all'Agenzia delle Entrate nell'ambito della cosiddetta rottamazione quater. Il termine per il pagamento della quinta rata, inizialmente fissato per il 31 luglio, è infatti stato spostato al prossimo 15 settembre: considerando i cinque giorni di tolleranza previsti dalla normativa, l'ultima scadenza sarebbe stata prevista per oggi, 5 agosto, ma è arrivata la proroga che l'ha rinviata di 45 giorni. Insomma, c'è più tempo per mettersi in regola con il Fisco, come era stato preannunciato al termine del Consiglio dei ministri di fine luglio.
Questo slittamento riguarda quei contribuenti che hanno aderito alla definizione agevolata, anche detta – appunto – rottamazione quater. L'Agenzia delle Entrate, sulla pagina dedicata, spiega:
La misura prevede la possibilità per il contribuente di estinguere i debiti relativi ai carichi rientranti nell’ambito applicativo, versando unicamente le somme dovute a titolo di capitale e quelle maturate a titolo di rimborso spese per le procedure esecutive e per i diritti di notifica.
Non sono invece da corrispondere le somme dovute a titolo di interessi iscritti a ruolo, sanzioni, interessi di mora e aggio.
Grazie a questo rinvio ci sarà tempo fino al prossimo 15 settembre – o 20 settembre, se consideriamo anche i cinque giorni di tolleranza – per effettuare il pagamento senza rischiare sanzioni e maggiorazioni, rimettendo così in ordine i propri conti. Nello specifico rientrano tra i debiti agevolati tutte le cartelle che non sono ancora state notificate; il dovuto oggetto di rateizzazione o sospensione; il dovuto che in precedenza era già stato sottoposto a misure agevolate.
Sempre il sito dell'Agenzia ricorda anche che l'ultima rata del 2024 – al netto di nuove proroghe e rinvii – dovrà essere saldata entro il 30 novembre, come previsto dal piano di comunicazione delle somme dovute.
Ma cosa succede se non si rispettano i termini e non si versa quanto dovuto? In tal caso si perderanno i benefici legati alla definizione agevolata, per cui il Fisco considererà quanto pagato fino a quel momento come acconto sul totale dalla somma dovuta.