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Elezioni politiche 2022

Rosato (Iv) a Fanpage.it: “Pronti a correre da soli alle elezioni, vinceremo in più collegi del M5s”

Il presidente di Italia Viva spiega a Fanpage.it che il suo partito correrà da solo alle elezioni del 25 settembre per “non lasciare gli elettori senza una proposta alternativa a chi ha fatto cadere Draghi”. E sui numeri sfida i grillini: “Non credo che il Movimento 5 Stelle abbia la possibilità di vincere in più collegi di noi”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Italia Viva alle prossime elezioni correrà in solitaria. Non c'è alcun riavvicinamento con il Pd, né qualcosa di concreto con Calenda. Ma per il presidente del partito, Ettore Rosato, non si tratta affatto di una tragedia. Il vicepresidente della Camera spiega in un'intervista a Fanpage.it che la campagna elettorale si deve fare sulle idee, portando avanti un progetto di Paese a prescindere dalle alleanze. E sul risultato delle elezioni del 25 settembre non bisogna dare nulla per scontato, a partire dai numeri che danno i sondaggi.

Alle prossime elezioni sarete in campo da soli?

Saremo in campo da soli perché pensiamo che non si possano lasciare gli elettori orfani di una proposta seriamente alternativa a chi Draghi lo ha fatto cadere e non lo ha sostenuto lealmente: il centrodestra, con le astensioni di Lega e Forza Italia, Conte, che è stato il primo artefice del tradimento del patto con gli italiani, ma anche il Pd che candida quella sinistra che la fiducia a Draghi non l'ha mai votata e che continua a pensare al sostegno dei 5 Stelle.

La legge elettorale però la conosciamo e sappiamo bene che premia le coalizioni, così rischiate di restare quasi fuori dal Parlamento…

La legge è per un terzo maggioritaria e per due terzi proporzionale. Non credo che il Movimento 5 Stelle abbia la possibilità di vincere in più collegi di noi.

Questi veti di cui parlate, chi li sta mettendo nel centrosinistra?

È un tema che ci riguarda poco, faremo i conti il 26 settembre sull'utilità dei veti e sulla scelta degli alleati.

Ma quindi qual è il problema con il Pd? È l'astio di Letta?

Questo bisogna chiederlo al Pd, ma non è un tema su cui ci interroghiamo. La nostra attenzione è tutta concentrata sul raccontare un progetto per il Paese che va incarnato da chi sa fare le cose e non da chi urla alla pancia degli italiani.

Certo che però Letta sta incontrando un po' tutti, ieri anche Sala e Di Maio in una riunione segreta a Roma. Perché voi siete fuori da queste interlocuzioni?

Non abbiamo fatto domanda di ammissione al circolo di Di Maio e Fratoianni, l'argomento non ci interessa.

Con Calenda invece il rapporto è diverso?

Sceglierà, se non l'ha già fatto, se preferisce un'alleanza nettamente riformista al Centro o una compagnia eterogenea tutta spostata a sinistra che lui stesso aveva definito in maniera molto più colorita.

Intanto però il Pd ha chiuso con Conte, o no?

Chiudevano con Conte il giorno in cui facevano le primarie insieme in Sicilia, mentre il giorno dopo il capogruppo del Pd in Lombardia rilanciava l'alleanza con il Movimento 5 Stelle per le regionali. Mi sembra che nella sostanza siamo molto lontani dal taglio netto che sarebbe necessario con chi ha fatto cadere il governo Draghi.

Ieri Conte ha detto che il Movimento 5 Stelle è stato bullizzato nell'ultimo periodo, anche da Italia Viva…

Conte è così bravo da aver fatto tutto da solo.

Il centrodestra però, dà la sensazione di aver già vinto. Tanto che litigano su chi farà il premier. Per voi si può battere o no?

Abbiamo chiuso trent'anni di paura di Berlusconi, ora non apriamo altri trent'anni di paura di Meloni. La campagna elettorale si fa sui contenuti, mettendo in risalto le ambiguità e non cercando di convincere gli italiani con la paura del ritorno del fascismo. Serve una proposta che convinca gli italiani che c'è un polo riformista che può governare meglio, rappresentare l'Italia all'estero e garantire loro il benessere per cui lavorano ogni giorno.

Voi dite ‘ancora Draghi a Palazzo Chigi', ma praticamente come si fa?

Impedendo che, sia nel centrosinistra che nel centrodestra, vengano fatti accordi su premier inadeguati. Ma restando anche in Parlamento, per portare avanti una proposta che sia più adeguata ai bisogni del Paese.

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