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Ronda della Lega all’ospedale di Bologna: “Il Maggiore non è un cesso per gli zingari”

Un gruppo di militanti del Carroccio ha fatto irruzione stamani nell’ospedale bolognese. Una vera e propria ronda organizzata da un consigliere comunale e regionale per scacciare i romanì…
A cura di Davide Falcioni
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Stamattina all'alba una ventina di militanti della Lega Nord si è resa protagonista di un'azione all'ospedale Maggiore di Bologna, al grido "Il Maggiore non è un cesso per gli zingari". L'azione era stata annunciata ieri tramite un comunicato, che la presentava come una "passeggiata per la sicurezza" contro le "orde di nomadi molesti che da mesi bivaccano davanti all’ospedale, tra sporcizia e degrado, infastidendo pazienti e visitatori e facendo irrispettoso chiasso".

"All’atteggiamento permissivo e lassista di questa giunta opponiamo la nostra battaglia per il rispetto delle regole – ha tuonato Manes Bernardini, consigliere comunale e regionale del Carroccio -. Contro il degrado e certi comportamenti inaccettabili servono il ‘pugno di ferro’ e la politica della ‘tolleranza zero’. Per questo saremo in strada, all’alba, per far sentire la nostra presenza e presidiare il territorio, che è dei bolognesi, segnalando alle forze dell’ordine tutto ciò che non va", contro una "colonizzazione" da parte di "ospiti indesiderati e irrispettosi, pronti a pretendere e mai a dare". E infatti stamattina alle 6 e 30 un manipolo di leghisti ha iniziato a passeggiare tra i corridoi dell'ospedale, controllando ogni pertugio alla ricerca dei temuti rom, rei in qualche caso di lavarsi al gabinetto prima di andare a lavoro.

"Pugno di ferro" e "tolleranza zero" che vengono invocati quotidianamente nei confronti di rom e immigrati, ma che mai vengono nominati verso se stessi. Che pure, in quanto a indagini, non sono secondi a nessuno…

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