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Roma e Milano, le due manifestazioni per la pace che si dividono sull’invio di armi all’Ucraina

Una organizzata dalla Rete italiana per il disarmo e rivendicata più volte da Giuseppe Conte, l’altra convocata da Carlo Calenda anche per esprimere una posizione diversa sulle armi. Le due manifestazioni per la pace di domani hanno obiettivi comuni, ma anche molte differenze.
A cura di Luca Pons
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Due manifestazioni per la pace si terranno domani, sabato 5 novembre: una a Roma – organizzata dal mondo delle associazioni, ma molto legata al Movimento 5 stelle che l'ha sostenuta fin dal primo momento – e l'altra a Milano, nata da un'iniziativa di Carlo Calenda, leader di Azione e del Terzo polo. Nonostante entrambe siano dedicate alla guerra in Ucraina, tra di loro ci sono significative differenze, soprattutto per quanto riguarda le richieste sull'invio di armi italiane all'esercito ucraino.

Roma, la Rete per il disarmo chiede di cessare il fuoco e negoziare

La manifestazione per la pace di Roma partirà alle ore 12 in piazza della Repubblica, con un corteo che partirà alle 13. La conclusione sarà un comizio in piazza San Giovanni in Laterano, a partire dalle 15, in cui parleranno esponenti del Terzo settore (come don Luigi Ciotti, fondatore di Libera) e dei sindacati (tra cui Maurizio Landini, segretario Cgil). Oltre cinquecento associazioni e sigle hanno aderito all'iniziativa. Tra queste ci sono i sindacati, appunto, ma anche realtà come Emergency, Anpi e Comunità di sant'Egidio, e ancora la Comunità religiosa islamica italiana, Fridays for future e anche le Sardine. La conclusione è prevista per le 19.

L'evento è organizzato da Rete italiana per il disarmo per il percorso Europe for peace. È intitolata "Cessate il fuoco subito – negoziato per la pace". Altri slogan lanciati dall'associazione sono "mettiamo al bando tutte le armi nucleari" e "solidarietà con il popolo ucraino e con le vittime di tutte le guerre".

Tra gli organizzatori non ci sono partiti, nessun personaggio politico parlerà dal palco e gli organizzatori hanno chiesto di non portare né bandiere né striscioni di partito. Tuttavia, sono molti gli esponenti della classe politica che parteciperanno: il Partito democratico e Alleanza Verdi Sinistra hanno aderito formalmente, come anche una delegazione di parlamentari europei che include diversi esponenti del Movimento 5 stelle.

Proprio il presidente del Movimento, Giuseppe Conte, che appoggia convintamente questa manifestazione. Vi partecipano "donne e uomini preoccupati per un’escalation militare che ci sta portando giorno dopo giorno verso il punto di non ritorno di una guerra atomica", dice Conte.

L'ex presidente del Consiglio sostiene che "da media e politica" arrivi una "grande pressione bellicista. Le parole di Zelenski sull'isolare la Russia e ottenere una vittoria militare non vanno bene. Significa accettare l'escalation nucleare o una guerra lunga anni o decenni". Conte ritiene invece necessario "negoziare con la Russia, che non significa non tenere ferma la condanna dell'invasione" perché "la via d'uscita non è una vittoria militare ma un negoziato di pace".

Milano e la risposta di Calenda: "Senza armi si consegna Ucraina alla Russia"

"In piazza per sostenere il popolo ucraino e la sua resistenza, per ribadire che la pace non può essere la resa, perché non c'è pace senza libertà. E la libertà va difesa, senza arrendersi". Questa è la posizione da cui parte la manifestazione per la pace di Milano, che è stata convocata dal leader del Terzo polo Carlo Calenda anche se, specifica Calenda, "sarà senza bandiere di partito".

La manifestazione inizia alle ore 16, all'Arco della pace. Tra i partecipanti diverse associazioni di cittadini ucraini e l'Associazione dei giovani iraniani in Italia, si prevede un collegamento in diretta con il sindaco di Leopoli, Andrij Ivanovyc Sadovyj. Anche in questo caso, la manifestazione ha ricevuto l'adesione di molti politici: ci sono soprattutto esponenti di Azione e del Partito democratico, ma anche Marco Cappato e Letizia Moratti, che si è da poco dimessa dalle sue cariche in Regione Lombardia.

Una delle principali rivendicazioni di Carlo Calenda per l'evento di Milano, rispetto alla manifestazione di Roma, è che ci sarà un aperto supporto a tutte le misure necessarie per tutelare il popolo ucraino, incluso l'invio di armi. "Chiedere lo stop dell'invio delle armi", afferma Calenda, "non vuol dire favorire la pace, ma consegnare l’Ucraina agli aggressori russi".

Il leader di Azione, su Twitter, risponde a un'intervista in cui Giuseppe Conte afferma che l'Italia non deve "limitarsi alla cieca obbedienza" nella Nato, ma "manifestare obiezioni alla strategia che persegue". Calenda accusa: "Conte dimentica che noi siamo parte della Nato. E insieme alla Nato decidiamo come agire nei confronti dell'invasore russo. Se la linea della manifestazione di domani a Roma è quella di Conte, i democratici dovrebbero disertarla e venire con noi a Milano".

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