Rogo nella Rsa a Milano, Schillaci chiede alle Regioni di controllare le strutture pubbliche e private
Il ministro della Salute Orazio Schillaci prende provvedimenti dopo il rogo nella Rsa pubblica ma gestita dal privato in via dei Cinquecento a Milano, che ha provocato la morte di sei persone. Il ministro, in un'intervista al Quotidiano nazionale, ha annunciato che farà verificare la regolarità delle strutture di ospitalità per gli anziani: "Chiederò alle Regioni, che hanno la piena responsabilità del servizio, di verificare e aggiornare i criteri per l'autorizzazione, l'accreditamento e il controllo di queste strutture, sia pubbliche che private, perché tragedie come quella di Milano non dovranno mai più accadere. Le Rsa hanno un compito molto delicato e devono essere all'altezza. Tra l'altro ho già sollecitato le associazioni imprenditoriali del settore a impegnarsi per rinnovare i contratti di lavoro del personale".
L'incendio è divampato nella ‘Casa Per Coniugi' nella notte di venerdì 7 luglio, nella periferia Sud di Milano. Sono stati dimessi ieri sera i due pazienti più lievi che si trovavano ricoverati presso l'Ospedale Policlinico di Milano. Restano invece in ospedale i casi più complessi: è ancora intubato, e lo sarà anche nei prossimi giorni, il 62enne ricoverato in terapia intensiva, che è l'intossicato più grave; ha invece lasciato la terapia intensiva e si trova ora in un reparto ordinario la donna di ottant'anni che era arrivata sempre al Policlinico in codice rosso. Secondo quando apprende Agi quando è scoppiato l'incendio non c'era nessun medico in servizio. A quanto risulta due medici si erano dimessi nei mesi scorsi, ma non ne era stato assunto ancora uno in sostituzione.
In merito alle problematiche nella sanità il ministro ha aggiunto: "Quella delle liste d'attesa è una piaga odiosa: il sintomo di un sistema da riformare. Sono state fatte troppe scelte sbagliate e c'è stato troppo disinteresse verso i cittadini e il loro diritto alla salute".
"Le liste d'attesa sono una priorità assoluta, Abbiamo già approvato una norma che permette alle Regioni di continuare a spendere le risorse previste dalla legge di bilancio del 2022 e aggiunto la possibilità di avvalersi di un'ulteriore quota del fondo sanitario nazionale. Ora i fondi ci sono, però bisogna usarli".
"Chi dice che vogliamo smantellare il servizio sanitario nazionale è fra quelli che per anni lo ha definanziato", ha detto ancora il ministro al quotidiano, sottolineando: "Questo governo, già nel 2023, ha aumentato le risorse per la sanità di oltre 3 miliardi e come ministero abbiamo adottato misure importanti, anche di incentivo economico, per gli operatori dei pronto soccorso".