Opinioni

Roberto Vannacci a Pontida: “Le dichiarazioni di Bolsonaro e Viktor Orbán? Pensate piuttosto a Christian Raimo”

Roberto Vannacci ha fatto il suo ingresso a Pontida dichiarandosi “non imbarazzato” nel condividere il palco con leader europei ed extraeuropei che hanno affermato “se vedo due gay per strada li picchio”, oppure “Pinochet ne ha ammazzati pochi”.
A cura di Saverio Tommasi
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L'europarlamentare della Lega Roberto Vannacci.
L'europarlamentare della Lega Roberto Vannacci.

Ho intervistato l'europarlamentare della Lega Roberto Vannacci, che ieri a Pontida ha fatto il suo trionfale (non sono ironico) debutto. Era la sua prima volta sul pratone, e se l'è giocata con una discreta dose di aggressività.
Ho chiesto al generale conto delle dichiarazione degli ospiti europei ed extraeuropei sul palco di Pontida, con cui lui ha condiviso non soltanto la giornata e gli applausi di ieri, ma condivide ogni giorno anche le battaglie all'europarlamento.

Roberto Vannacci ha tentato di glissare sulla risposta attaccando Christian Raimo – insegnante – tra l'altro per una dichiarazione che Raimo non ha mai fatto.
"Christian Raimo ha detto di insegnare ai propri studenti a picchiare i fascisti", come ha affermato il generale Roberto Vannacci, è infatti una frase che l'insegnante non ha mai pronunciato.
I fatti sono questi: qualche tempo fa, in TV, ricordando il processo a Ilaria Salis, Christian Raimo aveva invece ricordato come si arrivò in Italia alla democrazia, cioè sconfiggendo il fascismo, e che questo era appunto quello che lui insegnava ai suoi studenti: i processi storici, scritti in ogni libro di storia. Poi, a domanda specifica sui neonazisti (e non sui fascisti) Christian Raimo rispose testualmente: "No, io non insegno ai miei studenti a picchiare i neonazisti".

Quando ho fatto notare al generale Roberto Vannacci che Christian Raimo non aveva mai pronunciato la frase che lui gli aveva attribuito, il generale ha risposto "più o meno", ma le dichiarazioni non possono essere "più o meno", sono vere o false. E quella – come l'ha riportata l'europarlamentare – era falsa.

A quel punto Roberto Vannacci ha risposto, finalmente, alla mia domanda sugli ospiti europei ed extraeuropei sul palco di Pontida, dichiarandosi testualmente "non imbarazzato" nel condividere il palco con leader come Bolsonaro, nonostante nella domanda gli avessi ricordato alcune dichiarazioni dell'ex presidente del Brasile, come "se vedo due gay per strada li picchio", oppure "Pinochet ne ha ammazzati pochi". Oppure leader come Geert Wilders, dei Paesi Bassi, anche lui presente e applauditissimo a Pontida, e le cui battaglie si fondano su "odio l'Islam" e "mai un centesimo all'Italia". Anche in questo caso "nessun imbarazzo" da parte dell'ex rappresentante dell'Esercito.

Facciamo un passo indietro: c'è un antefatto. Qualche ora prima ero riuscito a intercettare l'europarlamentare della Lega, poco prima dell'inizio della manifestazione, ma alla mia stessa domanda aveva ribattutto chiedendomi se mi sentivo un privilegiato, perché lui non aveva risposto a nessun altro. Ricordiamo che fare le domande a una persona politica eletta, e – oserei dire – rispondere a quelle domande, sono questioni che attengono a un processo democratico. È il lavoro del giornalista fare le domande, non è poi un privilegio ottenere una risposta dall'interlocutore. È l'esercizio (talvolta faticoso), della democrazia. Si può scegliere di non rispondere, è legittimo, ma sperare in una risposta da un europarlamentare in carica non fa parte, ribadiamolo, della categoria "privilegi". Questo gli ho detto e, con questo bagaglio, sono tornato poi a fine manifestazione – fra gli insulti dei militanti della Lega – a intervistarlo.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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