Roberto Saviano racconta il rapporto di Giorgia Meloni con le critiche e la censura
di Roberto Saviano
Lo avrete visto tutti il video del siparietto tra Giorgia Meloni e Vincenzo De Luca. Come si è presentata la presidente del Consiglio? "Quella stronza della Meloni". Quindi si può dire, senza essere querelati. Anzi, di più è lei stessa a ripeterlo. Arriva dritta da De Luca a favore di telecamera (probabilmente aveva avvertito) e fa la sua dichiarazione con effetto di rivincita: non mi intimidisci, rilancio.
Meloni fa sempre così, pensa di esser in questo astuta: ribalta gli insulti e le critiche che le fanno usandole a proprio vantaggio. Non solo a Caivano. Anche l’espressione TeleMeloni, che racconta la drammatica censura e la manipolazione dell’informazione che sta avvenendo: lei ridicolizza questa critica e sui suoi social mette in scena proprio TeleMeloni, fa un video con questa scritta. Un modo per dire: "Se io stessa uso le accuse che mi fanno significa che sono democratica, che le accuse non false".
È un atto furbo, tatticamente interessante: non riesce a smontare le critiche, ma usa battute e sarcasmo. Si appropria dell’insulto ridicolizzandolo. Una mossa astuta, ma solo mediaticamente. Nei fatti le cose restano invariate. Telemeloni esiste, con il condizionamento assoluto di telegiornali, la manipolazione delle notizie e la pressione sugli organi di stampa. E il dramma di Caivano resta il dramma Caivano.
A Parco Verde non è stato migliorato il sistema scolastico, le scuole non rimangono aperte tutto il giorno. Caivano è rimasta una gigantesca piazza di spaccio, che insieme e Melito e Casavatore ha sostituito Scampia. Nulla è stato fatto. Va detto che De Luca non è mai riuscito i problemi di Parco Verde e che i governi precedenti hanno ignorato la cosa: di certo Meloni non è la sola responsabile, ma quell'impianto sportivo che è andata a inaugurare doveva essere il simbolo di un nuovo corso, di un riscatto sociale che non c'è mai stato.
Di nuovo c’è solo una cosa: che chiunque oggi sottolinea le loro bugie e la loro propaganda viene delegittimato. O zittito, fermato.
Io ci sono abituato. L’ennesimo caso? Francoforte, quest’anno l’Italia è ospite d’onore a uno dei più importanti festival del libro al mondo. L’elenco della delegazione di autori e autrici italiane è stato affidato a un personaggio, Mauro Mazza, che sta da sempre nei circuiti della Rai. Insomma questo governo finge di affidarsi a persone nuove ma sono i soliti noti. Ad ogni modo, nel suo elenco io non ci sono.
Le motivazioni? Dare spazio a chi non ha avuto spazio, anche se tra gli invitati ci sono ospiti fissi in televisione, che hanno tutto lo spazio possibile. In realtà è sempre lo stesso messaggio: colpire il simbolo. Molti invitati però sono di sinistra, dirà qualcuno. Non c’entra, bisogna colpire chi li attacca senza mollare, in tutte le loro menzogne.
Non è l’ideologia, è il comportamento da censurare. Ma gli è andata male, perché sono stato invitato dal direttore della Buchmesse, lui stesso ha detto che saranno le istituzioni culturali tedesche a invitarmi. Dopo questa vicenda, ci sono state parecchie defezioni. Paolo Giordano, Francesco Piccolo, Sandro Veronesi. Insomma non sono stato lasciato solo.
Da questa cosa abbiamo avuto una lezione. Che la premier può essere chiamata "stronza" se essere querelati, anzi ci fa lei una battuta. Invece chi, come me, di fronte a una donna che aveva appena perso il suo bambino nel Mediterraneo, aveva chiamato "bastardi" lei e Matteo Salvini per avere definito le ambulanze del mare delle crociere, viene portato a processo. Vi è chiaro no? Quella di De Luca è una boutade tra politici, un gioco dove entrambi si tengono, si insultano nel gioco delle parti. Ma l’accusa che rompe la loro ipocrisia, non la puoi ridicolizzare: e allora la processi.
L’altra lezione è che quando non sai affrontare il tema criminale, perché non ne hai gli strumenti e le conoscenze, apri una piscina, inviti la parrocchia, fai una festa e qualcuno ti crederà.
Ultima lezione, non ti dimenticare di bersagliare i tuoi nemici, in modo simbolico. Sorveglia e punisci coloro che ti contestano. E se nemmeno una battuta o la propaganda funziona, allora zittisci. Togli gli spazi, togli l’audience. Silenzia e soprattuto, così facendo, mandi un messaggio a tutti gli altri: criticate pure, ma se vi comportare come lui – come me – farete la stessa fine.