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Roberto Lassini: il Pdl si spacca, ma per la Moratti “il caso è chiuso”

Dopo la solidarietà espressa da Berlusconi a Lassini, il Pdl è spaccato sulla candidatura dell’autore dei manifesti “Via le Br dalle Procure”. La Moratti dà per acquisite le dimissioni, ma esponenti del suo partito la pensano diversamente.
A cura di Alfonso Biondi
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Sindaco di Milano

Provocazioni, scuse, promesse mantenute a metà e colpi di scena. La storia di Roberto Lassini sta assumendo sempre più il carattere di una telenovela. Già, perché dopo la solidarietà di Berlusconi al responsabile dei manifesti "Via le Br dalle procure" e la conseguente decisione di Lassini di ritrattare le proprie dimissioni dalla lista del Pdl, è il sindaco uscente di Milano Letizia Moratti a prendere posizione sulla faccenda. Non che non lo avesse fatto prima, intendiamoci. Solamente 3 giorni fa, infatti, la Moratti aveva invitato Lassini a ritirare la sua candidatura al consiglio comunale di Milano, mettendo il proprio partito dinnanzi al classico aut-aut: o lei o Lassini. Oggi il sindaco di Milano è tornato sulla questione dichiarando pubblicamente

Il segretario regionale del Pdl Mantovani ha in mano una lettera di dimissioni irrevocabili da parte di Roberto Lassini, secondo quelle che sono le modalità comunicate dal Viminale. Per me il caso Lassini è chiuso.

Il caso per la Moratti è chiuso, ma non lo è per tanti altri esponenti del suo partito. A partire dallo stesso  Lassini che, forte della solidarietà del Presidente Berlusconi, ha ritrattato le sue dimissioni. E a difenderlo ci sono personaggi di spicco come il sottosegretario Daniela Santanché che ha interpretato così le parole della Moratti:

Il caso è chiuso, nel senso che saranno i cittadini milanesi a decidere. Siamo in democrazia, non possiamo censurare la libertà di voto. C'è il sistema delle preferenze e sarà il popolo sovrano a decidere su Lassini.

Un'interpretazione quella della Santanché senza dubbio forzata e che visibilmente contraddice quanto detto dal sindaco di Milano.Se però la vicenda è spinosa dal punto di vista politico, lo è anche da quello giuridico.

I "pro Lassini" hanno rilevato come non sia possibile ritirare un nome dalla lista dopo che questa sia già stata presentata. E su questo punto non ci piove. La Moratti ha però chiarito che "il Viminale indica che le dimissioni preventive irrevocabili equivalgono a una non candidatura". Dopo la polemica Tremonti-Galan, in casa Pdl bisognerà fare una bella lavata di panni sporchi.

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